C’è modo e modo per declinare la pizza e i grilli, a quanto pare. Ne sa qualcosa, tanto per fare un esempio, Gino Sorbillo; che qualche tempo fa – quando gli insetti erano per l’appunto il nemico pubblico numero uno – propose la pizza con la farina di grilli. Argomento scottante, come potrebbe testimoniare la collezione di insulti che ha ricevuto il primo pane italiano con lo stesso ingrediente: vi immaginate che potrebbe mai succedere se, malauguratamente, qualcuno si azzardasse a piazzarli direttamente sulla pizza, ‘sti grilli maledetti? Beh, qualcuno l’ha fatto: si tratta di Alessandro Pribaz e Umberto Barucca, titolari della pizzeria Mangiafuoco di Trieste, che hanno creato una pizza farcita con mozzarella, fiori di zucca e insetti essiccati.
Pizza con i grilli tostati: l’idea della pizzeria Mangiafuoco
Lo ripetiamo per chi si era seduto in fondo: no, a questo giro non si tratta della polvere sgrassata di grilli – o farina, come ci siamo abituati a chiamarla -, ma di insetti effettivamente utilizzati come ingredienti nel topping della pizza; un po’ come è tradizionalmente utilizzato il prosciutto, i funghi, le verdure e via dicendo. Una scelta azzardata? Forse – come abbiamo visto l’argomento è caldo, e i paladini della sovranità alimentare sono sempre pronti alla prossima crociata -, ma Pribaz e Barucca raccontano di un accoglienza tutt’altro che negativa.
La prima Grillo Sparlante – questo il nome della pizza in questione – è venuta alla luce il 12 aprile in quel di Triste, e durante la sola prima serata di lancio i titolari hanno contato ben quindici ordini. Quindici come gli euro richiesti per ciascuna pizza, tra l’altro. “Il primo a chiederla è stato un signore di mezza età che ha pagato 17 euro, 15 per la pizza più 2 per l’asporto” ha raccontato Pribatz a Il Gusto durante una breve intervista.
“Poi ieri è venuta a mangiarla qui una coppia di ragazzi triestini. In realtà solo lui l’ha chiesta, e ne è stato molto soddisfatto, l’ha divorata tutta, non ne ha lasciato nemmeno un pezzetto” continua l’imprenditore triestino. “Lei invece non ce l’ha fatta. Ha preferito una al tonno e cipolle. Diceva di non avere il coraggio, che le facevano senso le testoline…”. Già, che d’altronde ve l’abbiamo già accennato: i grilli non sono “nascosti” e amalgamanti nella farina, ma adagiati sulla pizza a fine cottura.
L’idea, racconta Pribaz, è nata dalla volontà di provare a declinare grilli e pizza senza tuttavia modificare l‘impasto. “La pizza è patrimonio Unesco, è sacra” spiega ancora. “Quindi io sono andato oltre, pensando ai grilli sopra la pizza, naturalmente già arrostiti con olio e sale da disporre dopo la cottura”. E a chi storce il naso, che si risponde? “L’’idea di mangiare i grilli sulla pizza ci fa schifo perché non siamo abituati a questo tipo di cibo. Ma se finora al posto dei gamberetti avessimo mangiato grilli non sarebbe stata la stessa cosa?”.