Nuovo giro, nuova corsa. La quarta tappa di Pivetti in Pizzeria Challenge, dedicata a Napoli Provincia, ha visto sfidarsi sei pizzaioli a colpi di tonda: in palio il premio della critica legato a impasto, abbinamenti e comunicazione da parte del pizzaiolo stesso.
Un piccolo riassunto, per chi si è perso le puntate precedenti: PPC è un format nato in collaborazione con Garage Pizza e Dissapore per seguire l’itinerario di Di Pizza, che punta a mappare le pizzerie più interessanti dello Stivale e che negli ultimi giorni ha selezionato le 21 pizzerie di Napoli e zone limitrofe che non potete perdere.
Pivetti in Pizzeria Challenge è dunque nato con l’idea di coinvolgere quei pizzaioli professionisti che hanno intenzione di mettersi in gioco davanti a una giuria selezionata realizzando e raccontando la propria ricetta rappresentativa. I vincitori di ogni singola tappa andranno infine a sfidarsi per l’occasione di diventare Brand Ambassador di Molino Pivetti, promotore dell’evento.
Il vincitore della tappa di Napoli Provincia
Sei pizzaioli, dicevamo, ma un solo vincitore: si tratta di Carmine Prisco di Lombardi a Santa Chiara, Napoli, che al termine della Challenge sarà dunque richiamato per giocarsi con gli altri numero uno il titolo di Ambassador per Molino Pivetti.
Estendiamo i complimenti, com’è giusto, anche agli altri pizzaioli partecipanti: Pasquale Lancelotti della pizzeria Uànema di Castellammare di Stabia; Alfonso Esposito dell’omonima insegna a Pontecagnano; Giosuè Borriello della Tre Stelle di Scafati; Mario Cozzolino della Nonna Lia sempre di Scafati e Antonio Scognamiglio, della pizzeria Asso e Coppe di Santa Cecilia Eboli.
Ma com’è nata la sfida di Molini Pivetti?
L’idea è semplice: coinvolgere i professionisti del settore e offrire loro un’occasione per raccontare un po’ di sé, spiegando scelte tecniche e storia personale, e allo stesso tempo presentare una tonda che sia il più possibile rappresentativa della loro filosofia di impasto e di abbinamento.
Da qui l’intuizione di Molini Pivetti: un incontro che non fosse legato all’atmosfera di un convegno o di una struttura fieristica, ma più propriamente in quello che è definibile come l’ambiente naturale dei nostri protagonisti – la pizzeria, per l’appunto.