Sono passati due anni da quando l’FDA, l’agenzia statunitense responsabile di farmaci e sicurezza alimentare, aveva proposto di inserire un limite alla presenza di piombo nei cibi per l’infanzia trasformati. Ventiquattro mesi dopo, ce l’abbiamo fatta: l’FDA ha emanato le nuove linee guida promesse. L’iniziativa fa parte del più ampio progetto Closer to zero (“più vicino allo zero”), che mira a ridurre l’esposizione di bambine e bambini ad agenti contaminanti nel cibo. Cosa propongono le nuove indicazioni, nel concreto? Valori soglia per le quantità di piombo da non superare. Unico piccolo problema: l’adesione alle linee guida non è obbligatoria.
Valori soglia
Il piombo, così come altri elementi chimici quali il cadmio e il mercurio, è potenzialmente tossico e, soprattutto nei più piccoli, può causare danni irreversibili all’organismo. La pubblicazione dell’FDA è quindi un passo indispensabile, in un momento definito “action level”, ovvero in cui la criticità è tale da richiedere l’implementazione di apposite misure.
Queste, nello specifico, riguardano i cibi processati destinati ai bambini al di sotto dei due anni. Ma vediamo i valori da rispettare; il piombo dovrebbe essere presente nei cibi in quantità che non superano le:
- 10 parti per miliardo (ppb) in frutta, verdura (tranne gli ortaggi da radice con un solo ingrediente), miscele di vario tipo (per esempio di cereali o carne), yogurt, dolci al cucchiaio (del tipo creme e budini) e carni composte da un solo ingrediente;
- 20 ppb per ortaggi da radice con un solo ingrediente e cereali per l’infanzia.
Suggerimenti, non obblighi
L’iniziativa era necessaria ma, come accennavamo poc’anzi, un dettaglio attira la nostra attenzione. Come specifica l’FDA nel documento, quest’ultimo è solo una guida e le indicazioni riportate non rappresentano obblighi legali. Si tratta piuttosto di “raccomandazioni” che le aziende sono libere di seguire o meno. L’effettiva implementazione delle linee guida, quindi, rimane nelle mani delle singole società, non offrendo ai genitori alcuna garanzia di tutela. L’agenzia statunitense, comunque, considera i requisiti descritti come raggiungibili laddove vengano adottate misure di controllo per ridurre al minimo la presenza di piombo.