Se con la pandemia il Governo si è fatto cogliere leggerissimamente impreparato per quanto riguarda i piani e i protocolli da adottare, ecco che con quanto sta succedendo nella guerra fra Russia e Ucraina ha deciso di aggiornare il Piano Sicurezza Nucleare. Ma cosa cambia per cibo e filiera produttiva?
La guerra scoppiata fra Russia e Ucraina sta tenendo tutti col fiato sospeso anche per la questione delle centrali nucleari.
Così, dopo 12 anni, il Governo ha deciso di aggiornare il Piano nazionale per la gestione delle emergenze radiologiche e nucleari. Si tratta di un piano messo a punto per affrontare le conseguenze di incidenti in impianti nucleari di potenza che si trovino oltre i confini, ma prossimi comunque ai confini nazionali.
In realtà la revisione di questo protocollo era già stata iniziata mesi fa: la guerra ha solo dato un’accelerata alla revisione finale, anche se dal Governo assicurano che al momento non c’è nessun allarme.
Solamente nel caso di una emergenza reale, toccherà alla Protezione Civile fornire le indicazioni su modalità e tempi di attuazione di piani di profilassi iodica su base farmacologica per l’intera popolazione. Quindi questo vuol dire non usare farmaci fai-da-te (che se usati a sproposito sono tossici).
Tuttavia, in caso di vera necessità, ci si dovrà muovere in modo specifico. Nelle aree che saranno interessate dal cosiddetto “riparo al chiuso” (quindi bisognerà stare in casa con porte e finestre ben chiuse, sistemi di ventilazione o condizionamento spenti, seguire le indicazioni della Protezione Civile in materia di iodoprofilassi e tenere sotto controllo la filiera produttiva), verranno attivate diverse misure protettive:
- stop al consumo di alimenti e mangimi prodotti localmente, ivi comprese verdure fresche, frutta, carne e latte
- blocco della circolazione stradale
- misure per proteggere il patrimonio agricolo e zootecnico
Nel Piano, poi, sono stati indicati i compiti delle autorità competenti e vengono date indicazioni per la iodoprofilassi.