Un “regalo” avvelenato che abusava della zona d’ombra di una legge imprecisa, difettosa, approssimativa: ci stiamo riferendo a quanto svelato dall’ong svizzera svizzera Public Eye e da Unearthed, la costola investigativa di Greenpeace, che di recente hanno accusato la Francia di aver continuato a esportare pesticidi pericolosi e di fatto vietati per legge in altri Paesi. Ma procediamo con calma, che l’argomento è delicato e anche un poco complesso: nel 2018 le autorità governative d’Oltralpe introdussero una normativa nota come “Legge Alimentazione” che di fatto andava a impedire l’esportazione a sostanze vietate nell’Ue. Come accennato, tuttavia, il testo presenta delle imprecisioni che possono essere abusate a piacimento dei produttori per aggirare agilmente il divieto: vediamole insieme.
Pesticidi nocivi per le api? Solo a casa degli altri, grazie
Il rapporto redatto dalle due ong sottolinea infatti come il divieto di esportazione di “prodotti fitosanitari contenenti sostanze proibite” non vada in realtà ad applicarsi alla sostanze attive stesse. Che significa? Semplice: che i produttori sono fondamentalmente liberi di esportare delle versioni “pure” dei loro prodotti anziché delle miscele. Come dicevamo, una zona d’ombra che viene comodamente abusata pur rimanendo nel rispetto della legge. Chiaro, è importante notare che le regole francesi avevano comunque portato a una importante riduzione degli scambi commerciali: il rapporto di cui sopra si parla di poco più di 28 mila tonnellate di export nel 2021, un numero relativamente basso ma che dovrebbe tuttavia essere pari a zero.
Per verificare la propria tesi le ong hanno a loro volta sfruttato le norme sulla trasparenza e recuperato dei dati “in virtù del diritto di accesso alle informazioni”, scoprendo che nel periodo compreso tra gennaio e settembre 2022 “le autorità francesi hanno approvato 155 richieste di esportazione di pesticidi vietati in Francia e in tutta l’Unione europea“, con i primi nove mesi dell’anno che hanno visto l’export di 7,5 mila tonnellate di prodotti vietati. In cima alla lista delle sostanze c’è soprattutto il picoxystrobin, fungicida bandito nel 2017; e una serie di insetticidi letali o pericolosi per le api il cui import è stato recentemente vietato dalla stessa Unione europea.
La sentenza è riassumibile in poche, lapidarie parole: “La Francia continua a esportare in maniera massiccia pesticidi pericolosi che non vuole più nei suoi campi”. Altra importante negligenza riguarda l’autorizzazione a esportare prodotti con sostanze “la cui autorizzazione sul suolo europeo è scaduta, e che non sono state oggetto di una formale decisione di divieto da parte delle autorità europee”. Secondo la legge l’export dovrebbe essere vietato solo “da una data fissata con decreto congiunto dei ministri dell’agricoltura e dell’ambiente” ma “nessun decreto di questo tipo è stato ancora emanato in tal senso”. Insomma, l’appuntamento con il 2030 si avvicina sempre più: riuscirà l’Europa nella sua missione di dimezzare l’uso di pesticidi?