Pesticidi in tre campioni di frutta su quattro: l’allarme di Legambiente

Residui di fitofarmaci alle stelle per pere, pesche e agrumi: il quadro complessivo del dossier "Stop pesticidi nel piatto" 2024.

Pesticidi in tre campioni di frutta su quattro: l’allarme di Legambiente

La presenza di fitofarmaci può intaccare qualsiasi categoria di alimento, da frutta e verdura a prodotti trasformati. Un paio di mesi fa vi avevamo illustrato la situazione delle merendine al cioccolato; oggi ci spostiamo invece sull’indagine a più ampio spettro svolta, come ogni anno, da Legambiente. Si chiama “Stop pesticidi nel piatto” il dossier redatto in collaborazione con Alce Nero, nota azienda di agricoltura e trasformazione biologica. Il nesso, ovviamente, c’è: i residui di fitofarmaci riguardano in misura drasticamente maggiore i prodotti di agricoltura e allevamento convenzionali. I risultati complessivi, grosso modo, rispettano le normative in materia, ma in più di una categoria merceologica i dati non sono esattamente rasserenanti. Vediamo nel dettaglio.

Residui di fitofarmaci negli alimenti

pere

In laboratorio sono stati presi in esame 5.233 alimenti diversi, provenienti da agricoltura convenzionale e biologica, con una notevole prevalenza dei primi (5.162 campioni da agricoltura tradizionale, che rendono la presenza dei prodotti biologici praticamente irrilevante). Solo l’1,36% dei prodotti è risultato irregolare, ovvero contenente una percentuale di fitofarmaci superiore al cosiddetto LMR (Limite Massimo di Residui) o sostanze del tutto non ammesse o ritirate dal mercato – un dato in miglioramento rispetto al 2023.

Pur muovendoci nei confini del legalmente permesso, comunque, le percentuali di contaminazione sono abbastanza elevate. Il 41,32% dei campioni presenta tracce di uno o più residui di fitofarmaci, di cui il 14,99% monoresiduo e il 26,33% multiresiduo. La presenza di molteplici pesticidi in un unico prodotto è preoccupante perché può condurre a effetti combinati nocivi per la salute; il caso che più salta all’occhio è quello di un campione di pomodori secchi contenente ben 18 residui diversi.

I residui di pesticidi nell’insalata in busta sono estremamente comuni, svela uno studio I residui di pesticidi nell’insalata in busta sono estremamente comuni, svela uno studio

In generale, le categorie di prodotti più compromesse sono, in ordine, la frutta (74,11% dei campioni) e la verdura (34,49%). Alle stelle le percentuali di residui riscontrati in pere (90,73%), pesche (85,64%) e agrumi (80,90%). Nello specifico, parliamo di insetticidi e funghicidi; se vogliamo fare nomi e cognomi, l’elenco di sostanze riscontrate in ordine decrescente comprende Acetamiprid, Boscalid, Fludioxonil e Imazalil.

Ad accentuare il problema, secondo il dossier Legambiente, vi sono gli eventi climatici estremi che favoriscono il proliferare di patologie nelle piante e inducono di conseguenza il comparto a incrementare l’utilizzo di anticrittogamici. Dati positivi arrivano però dai prodotti trasformati, in particolare olio extravergine di oliva (per cui non vengono indicate cifre precise) e vino, per il quale più della metà dei campioni è privo di residui.