L’Efsa, l’agenzia comunitaria per la sicurezza alimentare, è tornata a parlare di peste suina sostenendo che siano maggiormente a rischio gli allevamenti all’aperto. Questo tipo di allevamento è molto diffuso in Europa: non solo, eticamente parlando, sono i più rispettosi dei diritti degli animali, ma forniscono anche carni di miglior qualità.
Solo che questa tipologia di allevamento crea maggiori problemi durante il corso delle epidemie. L’Efsa ha così deciso di realizzare uno studio per cercare di capire quale fosse il reale rischio di diffusione della Peste suina africana (PSA) negli allevamenti all’aperto, proponendo poi anche delle misure di biosicurezza e protezione destinate alle zone dove la malattia è presente.
Recentemente diversi focolai di Peste suina erano stati segnalati in Germania, mentre l’Italia chiedeva lo status di Paese esente.
Il fatto è che, a livello europeo, non esiste una legislazione precisa per quanto riguarda le categorie di allevamento. Secondo gli scienziati che hanno condotto questo studio, gli allevamenti di suini all’aperto provocano un rischio notevole di introdurre e diffondere la Peste suina.
Per arginare il problema propongono di installare recinzioni singole o doppie in questo tipo di allevamento nei paesi UE dove la malattia è presente. Questo servirebbe a ridurre il rischio di diffusione del 50%.
Inoltre bisognerebbe valutare se, nelle zone in cui la PSA è presente, si possano modificare le restrizioni sugli allevamenti di suini all’aperto una volta messe in atto le specifiche misure di biosicurezza.
Ricordiamo, poi, che, mentre l’Efsa fa uscire questo studio, ecco che nel frattempo il Parlamento Europeo sta anche sostenendo una petizione per abolire gli allevamenti in gabbia.