Prevenire è meglio che curare: la Regione Lombardia ha recentemente stanziato altri 1,5 milioni di euro volti a completare la realizzazione dei territori di confine con la cosiddetta zona rossa, che di fatto comprende il vicino Piemonte meridionale e i boschi della provincia di Genova e del savonese. L’obiettivo, naturalmente, è limitare il più possibile le migrazioni dei cinghiali selvatici, individuati dalle autorità sanitarie come principale vettore di diffusione del virus della peste suina africana. Vi ricordiamo, in questo contesto, che al momento pare che il morbo in questione sia limitato al “mondo” selvatico, ma che se dovesse riuscire a penetrare negli allevamenti di suini potrebbe provocare danni di natura economica davvero ingenti.
Come già accennato, nonostante l’evidente vicinanza, la Lombardia è fino a ora riuscita a evadere l’imperversare della malattia: in questo contesto la essa in opera di recinzioni di contenimento è una delle azioni che da subito sono state ritenute prioritarie. Dopotutto, i territori dell’Oltrepò pavese, che per l’appunto confinano con il Piemonte meridionale, rappresentano una porta di ingresso verso gli ampi spazi della pianura lombarda.
“Il completamento di queste barriere fisiche sono di prioritaria importanza al fine di diminuire il rischio di diffusione del virus dalle zone infette verso il nostro territorio” ha commentato la vicepresidente e assessore al Welfare Letizia Moratti. Attualmente le positività riscontrate nel Nord Italia sono circa 200: la più recente è stata individuata a Busalla, in Liguria.