Il focolaio di peste suina africana, individuato verso l’inizio dell’anno nei boschi che corrono lungo il confine tra Piemonte e Liguria, non è ancora stato debellato. Solamente la settimana scorsa il bollettino ha registrato alcuni nuovi casi che hanno spinto il totale oltre la quota 100, e numerosi allevatori liguri hanno preso a protestare per la mancanza di rimborsi e comunicazione. Le carte in tavola, tuttavia, potrebbero cambiare grazie alla firma da parte del ministro delle Politiche agricole Stefano Patuanelli sul decreto da 15 milioni di euro da indirizzare agli interventi strutturali.
15 milioni che, di fatto, dovranno essere ripartite tra cinque regioni (Liguria, Piemonte, Lombardia, Emilia-Romagna e Toscana), e che come accennato hanno come obiettivo il “rafforzare gli interventi strutturali e funzionali in materia di biosicurezza definiti con specifici provvedimenti e confronti tra Istituzioni a partire da gennaio 2022″. Una nota diffusa dal Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali, inoltre, specifica che le risorse finanziarie in questione saranno impiegate anche “per arginare le gravi ripercussioni sulla salute della popolazione animale dei suidi e le pesantissime perdite economiche per tutta la filiera suinicola italiana”.
Il decreto definisce inoltre i criteri specifici per la ripartizione dei contributi concessi come aiuti de minimis, come la consistenza del patrimonio suinicolo e le differenti tipologie di allevamento; e declina i territori interessati secondo tre categorie: “Zona Infetta”, “Zona di Protezione” e “Zona di Sorveglianza Esterna”.