Dopo aver stanziato oltre 8 milioni di euro per “misure urgenti”, quali la messa in sicurezza delle aree a rischio e l’installazione di nuove reti di recinzione atte a impedire ai cinghiali selvatici di contagiare altri animali, la Regione Piemonte rende nuovamente possibile svolgere alcune attività outdoor nelle zone in cui sono stati individuati i focolai di peste suina africana.
Nello specifico, le attività permesse sono trekking, biking, competizioni di pesca sportiva, attività agrosilvocolturali, monitoraggio ambientale e faunistico e controllo della fauna selvatica. La misura, stando a quanto precisato dal vicepresidente della Regione e coordinatore delle attività di gestione dell’epidemia e dagli assessori alla Sanità, al Turismo e all’Agricoltura, è stata adottata come conseguenza dell’efficacia delle misure di contenimento adottata dalla Regione ed è frutto di un ” un lavoro responsabile e consapevole”, frutto della collaborazione con i sindaci e gli enti competenti. A onor del vero, le deroghe in questione erano già state informalmente anticipate ieri mattina nel corso di un incontro tra il vicepresidente della Regione, il commissario straordinario Ferrari, i tecnici degli Assessorati alla Sanità e all’Agricoltura, il presidente della Provincia di Alessandria e i sindaci interessati.
Gli agenti dei Carabinieri delle caserme locali, della Polizia provinciale e comunale, il personale di vigilanza delle aree protette e il personale sanitario dell’Asl del territorio si occuperanno invece della vigilanza, e si accerteranno del corretto svolgimento delle attività di cui sopra.