Le facoltà di Medicina Veterinaria e di Chimica dell’Università di Torino hanno ideato un test antigenico rapido per l’evidenziazione del virus della peste suina africana. Il test è molto simile a quello utilizzato per il Covid.
Il test ha anche superato la validazione del centro di referenza nazionale. Il prrofessor Sergio Rosati del dipartimento di Malattie infettive dell’Università di Veterinaria del capoluogo piemontese ha spiegato che, in questi casi, la tempestività fa la differenza. Un cinghiale morto, infatti, rappresenta una fonte di rischio per gli altri cinghiali almeno fino a 10 giorni dopo la sua morte. Quindi riuscire a identificare rapidamente i cinghiali morti perché positivi al virus o per altre malattie, contribuisce a aumentare l’efficacia delle misure contenitive messe in atto.
Il test è già in fase di produzione grazie alla In3diagnostic e quindi è già stato messo a disposizione delle autorità sanitarie. Questo test sarà utile sia per quanto riguarda la sorveglianza passiva, sia per il monitoraggio degli animali anche al di fuori delle aree infette.
Questo test ha il vantaggio che può essere utilizzato sul campo direttamente dai veterinari: fornisce il risultato in 15 minuti. Il test è di tipo antigenico, quindi ricerca uno specifico antigene del virus della peste suina africana. Dai test effettuati (sia su campioni positivi prelevati da animali positivi al test molecolare in Piemonte e Liguria, sia su campioni sicuramente negativi perché prelevati da campioni negativi del 2019), ecco che in più del 90% dei casi il test ha funzionato, segnalando l’effettiva positività del campione. Il che vuol dire che in più del 90% dei casi il veterinario prelevatore avrebbe potuto fare diagnosi già in campo.