Dopo una tregua lunga quasi un mese, che aveva fatto filtrare un poco di torbido ottimismo circa lo stato dell’emergenza in corso, il più recente bollettino redatto dall’Istituto Zooprofilattico di Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta scioglie ogni dubbio: la peste suina africana è ancora ben presente sul territorio nazionale, e soprattutto nel focolaio più ampio – quello che interessa buona parte dei boschi nelle aree meridionali del Piemonte, quasi l’intero territorio della provincia di Genova e l’entroterra savonese. Ricordiamo che le segnalazioni in questa particolare “zona rossa” partirono nella giornata del 27 dicembre: attualmente, considerando anche la positività appena segnalata, il numero complessivo dei casi riconducibili a queste Regioni è di ben 183.
Dal rapporto dell’Istituto Zooprofilattico si può apprendere che il nuovo caso è stato riscontrato su di una carcassa di cinghiale selvatico rinvenuta nei fitti boschi che circondano l’abitato di Busalla, piccolo comune di circa cinquemila abitanti incastonato nell’entroterra della città metropolitana di Genova: si tratta del settimo caso segnalato in questa particolare municipalità dall’inizio dell’emergenza, e il sessantaquattresimo se consideriamo l’intero contesto regionale (in Piemonte, invece, le positività ammontano a ben 119).
Vi ricordiamo, infine, che il Liguria la nuova stagione di caccia ha preso il via con alcune nuove regole: i cacciatori dovranno infatti necessariamente lavare le proprie scarpe con varechina, igienizzare tutti gli indumenti utilizzati o le strumentazioni impiegate (fucili ovviamente compresi) e perfino lavare le zampe dei cani.