Peste suina africana sempre più globale. L’Organizzazione mondiale per la salute animale (WOAH per gli amici) ha appena annunciato la presenza di un focolaio del morbo in questione in Indonesia, presso un allevamento sulle isole Riau vicino al confine con Singapore. Stando ai più recenti rapporti redatti dalle autorità sanitarie indonesiane, il focolaio ha provocato la morte di 35297 suini da allevamento su una mandria di 285034 capi complessivi, con il primo decesso registrato nella giornata del primo aprile e la conferma ufficiale degli enti sanitari avvenuta nella giornata del 28, quasi un mese più tardi.
Peste suina africana nel mondo, tra nuovi focolai e prospettive di vaccino
Numeri decisamente impressionanti: mentre il personale veterinario indonesiano è al lavoro per declinare quanto prima un perimetro di sicurezza, in modo tale da potere contrastare una eventuale diffusione della malattia anche in altri allevamenti della regione; cogliamo l’occasione per sedare le fiamme dell’allarmismo e ricordarvi che la peste suina africana non è affatto pericolosa per l’uomo e che, pur essendo di fatto fatale per i suini (sia da allevamento che selvatici, naturalmente), non può per l’appunto essere trasmessa all’essere umano.
Nonostante il pericolo per la salute umana sia nullo, la peste suina africana non è tuttavia una malattia da sottovalutare in quanto può portare a gravissime conseguenze economiche – pensiamo ai capi uccisi o quelli abbattuti, che ovviamente rappresentano un costo non indifferente per gli allevamenti colpiti; ma anche al conseguente aumento dei prezzi sul mercato o all’inevitabile ridimensionamento che il settore dovrebbe affrontare in caso di restrizioni all’export, come recentemente accaduto alla Sardegna – e alimentari, a causa del calo della produzione di carne (la crisi cinese del 2018/2019 ne è un esempio lampante).
Ma torniamo al recente focolaio individuato in Indonesia: le autorità veterinarie locali hanno riferito alla WOAH che, nonostante la fonte sia ancora sconosciuta, si pensa che il circolare di “esseri umani, veicoli, mangimi, mosche e cinghiali potrebbe aver svolto un ruolo importante nell’introduzione della PSA nell’allevamento”.
Non si tratta affatto del primo caso di peste suina africana recentemente individuato nel Sud Est Asiatico: verso la metà di marzo fu segnalato un focolaio nelle Filippine, nel territorio della provincia di Cebu, e nel mese precedente anche in quel di Hong Kong.
La situazione pare piuttosto delicata anche in Europa, con Grecia e Germania che hanno recentemente individuato nuovi casi; mentre l’Italia ha da poco individuato una nuova positività a Reggio Calabria, lontano dei focolai più attivi situati nel nord del Paese.