La peste suina africana continua a imperversare tanto in Liguria e Piemonte, area da cui ha di fatto avuto inizio l’emergenza in corso, quanto a Roma, dove gli allevatori del settore si stanno unendo per protestare contro l’invasione di cinghiali; e il resto d’Italia non resta certo a guardare- dopotutto, il timore che il morbo possa penetrare negli allevamenti è ben fondato. Nello specifico, l’Emilia-Romagna ha recentemente diramato un’ordinanza che adotta misure cautelari per tenere sotto controllo la fauna selvatica e sventare il rischio di un nuovo focolaio: se è pur vero che la Regione è tuttora considerata indenne dalla stessa Ue, infatti, occorre essere consapevoli la zona del piacentino in particolare è pericolosamente vicina alla zona di restrizione ligure-piemontese.
A tal proposito, la Regione ha anche redatto un piano di interventi urgenti per la gestione, il controllo e l’eradicazione del morbo, con tanto di piano di emergenza nel caso in cui questo dovesse riuscire a entrare nel territorio regionale; e in questo contesto l’assessore regionale all’Agricoltura, Alessio Mammi, ha invitato l ministro delle Politiche agricole Stefano Patuanelli ad adottare misure ben più severe – come l’approvazione della bozza di decreto ministeriale che prolunga il periodo di caccia al cinghiale.
“La comparsa di altri casi in provincia di Roma lontano dai casi di Piemonte e Liguria, ci ricorda che la malattia si può trasmettere anche a lunghe distanze” hanno commentato a tal proposito Mammi e l’assessore regionale alle Politiche per la Salute, Raffaele Donini. “Tutti i cittadini hanno un ruolo fondamentale per potere identificare precocemente la malattia e intervenire rapidamente con le misure di controllo e li invitiamo a segnalare eventuali cinghiali morti o resti telefonando allo 051 6092124, dopo aver memorizzato la propria posizione geografica e di scattare una foto, da poter inviare successivamente al servizio veterinario”.