Continuano le segnalazioni delle autorità sanitarie che si stanno occupando di monitorare e limitare l’imperversare della peste suina africana sul territorio nazionale: nello specifico, dal più recente bollettino dell’Istituto Zooprofilattico locale possiamo apprendere che è da poco stata rinvenuta una nuova carcassa di cinghiale infetto nei boschi piemontesi, nel pieno centro della cosiddetta Zona di protezione II che, di fatto, comprende le aree geografiche in cui sono stati registrati il maggior numero di casistiche del morbo in questione – ossia i boschi che corrono lungo il confine tra il Piemonte e la Liguria.
Più precisamente, il rapporto del personale veterinario della zona indica che la nuova positività è stata riscontrata nel territorio del comune di Gavi, all’interno della provincia di Alessandria: si tratta della nona positività in questo particolare comune dall’inizio dell’emergenza sanitaria – tuttora in corso -; e la 119esima per la Regione Piemonte. Sommando le casistiche piemontesi a quelle liguri (che invece sono appena 61), il numero complessivo di ungulati riscontrati positivi sono ben 180.
Al momento le autorità segnalano che, nonostante la vicinanza, l’intera provincia di Cuneo resta indenne dall’imperversare della peste suina africana – una sorta di immunità che di fatto condivide con la vicina Lombardia, che molto recentemente ha deciso di recintare il confine con il Piemonte in modo da limitare ulteriormente i movimenti dei cinghiali selvatici.