Sono in costante aumento in Piemonte i danni provocati dall’epidemia di peste suina africana: finora sono stati abbattuti circa 7mila suini infetti. Il problema è che il focolaio sta danneggiando tutta la filiera suinicola, non solo le aziende agricole: si parla di 1.400 imprese coinvolte, pari all’1,5 del Pil e con un valore per quanto riguarda le esportazioni di 1,7 miliardi di euro.
Nella zona rossa del focolaio del Piemonte-Liguria, dalla fine di novembre, sono stati segnalati 172 casi accertati, di cui ben 112 in provincia di Alessandria. Durante l’ultimo Consiglio Regionale, Fabio Carosso, vicepresidente della Giunta regionale e delegato al coordinamento della gestione della PSA, ha ricordato che attualmente l’espansione del focolaio appare contenuta grazie alla barriera rappresentata dall’autostrada A26-A7 e grazie alle misure di contenimento adottate. Tuttavia ancora non è possibile allentare la guardia.
Carosso ha poi sottolineato che a giorni dovrebbe essere varato anche il piano definitivo relativo agli interventi urgenti in materia di depopolamento e eradicazione della malattia.
Di diverso avviso è stato Marco Protopapa, assessore all’Agricoltura e alla Caccia che parla di leggi obsolete soprattutto per quanto riguarda la biosicurezza. Secondo l’assessore, infatti, si sarebbe dovuti intervenire prima con la caccia programmata, ma a causa di circolari ministeriali si è dovuti interrompere tale programma. A complicare la situazione, poi, c’è anche il fatto che alcune Province hanno delle guardie venatrie, mentre altre no.