Peste suina africana: il Tar consente alla Sfattoria di tenere solo due maiali

A causa della peste suina africana, la Sfattoria di Roma dovrà abbattere tutti i suoi animali. Tranne due maiali: il Tar pare abbia concesso di tenere in vita solo due suini.

Peste suina africana: il Tar consente alla Sfattoria di tenere solo due maiali

Prosegue la vicenda della Sfattoria di Roma: a causa della peste suina africana il Tar ha confermato l’abbattimento degli animali. Ma è stato “magnanimo”: potranno tenere solamente due maiali, tutti gli altri suini dovranno essere abbattuti. O meglio: potrebbero dover essere abbattuti.

Il Tar, che aveva sospeso il provvedimento fino ad oggi, infine ha confermato la decisione dell’Asl. L’unica concessione fatta è che i volontari della Sfattoria potranno tenere in vita solamente due maiali d’affezione: tutti gli altri suini e ungulati ospitati nella struttura dovranno essere uccisi per ottemperare alla normativa relativa al contenimento della peste suina.

cinghiale

Il fatto è che parliamo di circa 140 animali, tutti provenienti o da casi di maltrattamento, sfruttamento, condizioni di stress o salvati dallo strada. Adesso i responsabili della Sfattoria dovranno decidere quali saranno gli unici due animali a poter essere salvati in quanto il Tar non ha rilevato nessuna “seria ragione per derogare alle misure di profilassi e contenimento del virs PSA”.

In aggiunta il Tar ha stabilito che il 12 settembre si terrà l’udienza collegiale per stabilire la “fase cautelare” relativa alla sospensiva del decreto. Sarà in quel momento che l’Asl comunicherà, se saranno presenti le giuste condizioni, la possibilità della Sfattoria di tenere due maiali. Anche se questi non dovranno lasciare la fattoria e dovranno beneficiare dei trattamenti consoni. L’Asl dovrà poi monitorare lo stato di salute degli altri maiali già posti sotto sequestro e avviati alla profilassi, in modo da valutarne la reale pericolosità e stabilire se debbano essere abbattuti.

Diverse associazioni fra cui Enpa e Oipa, auspicano che quanto disposto non sia solo un modo per condurre ad abbattimenti in una struttura dove lo stesso Tar ha confermato non esserci focolai attivi di peste suina africana. La richiesta è che l’Asl permetta alle controparti di depositare documenti e chiarimenti in modo da poter effettuare un contradditorio che permetta di trovare soluzioni alternative all’abbattimento, in modo da salvare animali che sono sani, chiusi nei recinti, iscritti all’anagrafe e regolarmente controllati.