Se è pur vero che gli sforzi delle autorità sanitarie e governative per combattere la peste suina africana stiano procedendo (anche se a rilento – tanto che i cartelli per delimitare la più estesa zona rossa in Italia sono stati fissati solo in questi giorni, dopo circa 11 mesi dall’inizio dell’emergenza), la cautela non è mai troppa: la Regione Piemonte, epicentro del focolaio più grave dello Stivale insieme alla Liguria, ha infatti recentemente assegnato una dotazione finanziaria di 5,4 milioni di euro a sostegno degli allevamenti locali, in modo tale che questi possano accrescere il livello di biosicurezza delle strutture riducendo, allo stesso tempo, il rischio di contatto con il morbo in questione.
Ricordiamo, infatti, che la PSA attacca esclusivamente i suini e, pertanto, la sua penetrazione in un sistema di allevamento porterebbe inevitabilmente all’abbattimento di tutti i capi con ovvi disagi economici. Il bando aperto dal finanziamento sopracitata sarà pubblicato sul sito della Regione Piemonte la prossima settimana: sarà coperto l’80% della spesa sostenuta, fino ad un massimo di 100.000 euro di contributo per ciascuna domanda ammessa. Sono ammissibili al sostegno anche le spese già sostenute tra il 7 gennaio 2022 (data di notifica della malattia PSA in Piemonte) e la data di apertura del bando.
“Sono contributi significativi in difesa degli allevamenti piemontesi di suini e destinati ad aumentare le condizioni di biosicurezza, dall’installazione di recinzioni all’acquisto di attrezzatura per la pulizia e disinfezione dei locali in cui sono tenuti i maiali e i mangimi” ha commentato a tal proposito l’assessore all’Agricoltura e cibo della Regione Piemonte Marco Protopapa. “Si tratta di criteri sulla biosicurezza stabiliti dal Regolamento europeo sulle misure speciali di controllo della Peste suina africana da applicare su tutto il territorio regionale”.