Peste suina africana: Hong Kong segnala un focolaio in un allevamento

Hong Kong ha appena segnalato un focolaio di peste suina africana in un allevamento vicino al confine con la Cina.

Peste suina africana: Hong Kong segnala un focolaio in un allevamento

Hong Kong ha di recente rilevato la presenta di un focolaio di peste suina africana all’interno di un allevamento situato al confine con la Cina continentale. L’annuncio è arrivato direttamente dalla massima autorità del settore, l’Organizzazione mondiale per la salute animale (WOAH, per gli amici), che nella giornata di lunedì 13 febbraio ha confermato alle autorità sanitarie di tutto il mondo quando analizzato dal personale veterinario di Hong Kong. È bene notare che, nonostante il governo locale abbia già avviato le procedure di analisi e monitoraggio previste dal protocollo sanitario, non è ancora stato determinato con certezza il vettore della malattia: l’ipotesi più accreditata, al momento, pare sia quella che i suini nell’allevamento incriminato siano entrati in contatto con specie selvatiche che portavano il morbo.

Peste suina a Hong Kong: morti e misure di sicurezza

cinghiali

Il rapporto redatto dal personale dell’Organizzazione mondiale per la salute animale, nel frattempo, parla chiaro: al momento i capi da allevamento morti a causa del virus in questione sono ben 45, tutti risultati positivi in seguito all’analisi dei campioni prelevati dalle loro carcasse. Come brevemente accennato in apertura, le autorità sanitarie di Hong Kong si sono immediatamente attivate per tracciare un perimetro di sicurezza in cui concentrare le attività di monitoraggio, in modo tale da intercettare eventuali nuovi casi o i movimenti della fauna selvatica e prevenire l’ulteriore diffusione del virus.

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Nei giorni che hanno seguito l’annuncio del WOAH, in particolare, il personale veterinario locale si è occupato di ispezionare ben cinque allevamenti di suini compresi nel raggio di tre chilometri dalla fattoria in cui si è sviluppato il focolaio, senza tuttavia riscontrare anomalie di alcun tipo. Nel frattempo, come ulteriore misura profilattica, le autorità locali hanno ritenuto opportuno sospendere fino a data da confermare il movimento dei capi nei suddetti allevamenti, mentre nei giorni a venire il personale sanitario continuerà le analisi del caso testando dei campioni di suini.

Si segnala, per di più, che non sono state registrate segnalazioni di anomalie o morti sospette negli allevamenti anche immediatamente al di fuori del perimetro di sicurezza di 3 chilometri. Nel frattempo, le autorità locali procederanno con le ispezioni, le attività di sorveglianza e le analisi dei capi.

Quello in Hong Kong non è un caso isolato: verso la fine di gennaio, infatti, le autorità sanitarie della Grecia avevano individuato una positività analizzando la carcassa di un cinghiale rinvenuta presso il confine con la Macedonia del Nord. Per quanto riguarda l‘Italia, invece, il focolaio individuato per la prima volta a dicembre 2021 nel Nord Ovest continua a mietere vittime: di recente la zona infetta è stata allargata a comprendere alcuni comuni in provincia di Asti e Piacenza.