La Germania si trova impelagata in una lotta sempre più ampia contro la peste suina africana: dopo che le autorità sanitarie nazionali avevano confermato una positività in un allevamento presso lo stato orientale del Brandeburgo (collegato, come gli esperti tedeschi non hanno mancato di sottolineare, al vagabondare dei cinghiali selvatici lungo il confine con la vicina Polonia), ecco che i rapporti più recenti raccontano di ben otto altri focolai distribuiti sul territorio nazionale. Non mancano, in questo contesto, anche le prime conferme circa le morti dovute alla malattia, anche queste – due in tutto, stando a quanto lasciato trapelare – individuate nei maiali della Germania orientale verso la fine del mese di febbraio.
Peste suina africana: la situazione in Germania e in Europa
È bene notare che la Germania non è affatto sola nel dover affrontare la diffusione di questa particolare malattia – che, lo ricordiamo per il bene dell’informazione, non è affatto pericolosa per l’essere umano ma altamente contagiosa e potenzialmente letale per i suini, sia da allevamento che selvatici -: più precisamente, stando ai rapporti redatti nel corso degli ultimi dieci giorni, le autorità veterinarie di ben sei stati europei hanno segnalato l’insorgere di nuovi casi di peste suina africana sul proprio territorio nazionale.
I registri del Woah, Organizzazione mondiale per la salute animale, parlano chiaro: si tratta di Polonia (134), Italia (65), Ungheria (54), Macedonia del Nord (15) e Lettonia (1). La comunità scientifica internazionale non ha avuto dubbi nell’individuare come principale vettore dell’infezione i movimenti della fauna selvatica (un po’ come sta accadendo – con le dovute proporzioni, ovviamente – con la ben più seria epidemia di influenza aviaria attualmente in corso); tanto che diversi Paesi – Italia naturalmente compresa – ha pensato di tamponare il numero di casi tentando di ostacolare il vagabondare dei cinghiali con reti di contenimento e ricorrendo, in alcuni casi, anche all’abbattimento.
Secondo l’ultimo aggiornamento del Sistema d’informazione sulle malattie degli animali della Commissione europea, sei paesi europei hanno registrato uno o più focolai di peste tra i suini d’allevamento nel 2023: insieme alla Germania, anche l’Ucraina ha confermato il suo primo focolaio nel 2023; mentre la Romania è il Paese che ha registrato il maggior numero di casi in assoluto con 43.
Quest’anno, il numero totale di focolai di peste suina africana in Europa ha raggiunto quota 2.212, con ben sedici Paesi che hanno registrato uno più focolai a partire dal primo di gennaio. Tra le nazioni che hanno riportato più casi in questa popolazione ci sono Polonia (747 focolai finora), Germania (408 ), Italia (195), Slovacchia (175), Ungheria (159) e Romania (147).