Non solo sono saliti a 15 i casi di peste suina africana a Roma, ma per la prima volta il focolaio ha superato i confini della capitale: un caso, infatti, è stato segnalato in provincia di Rieti.
È stata la stessa regione Lazio, tramite Alessio D’Amato, assessore alla sanità del Lazio, a confermare il primo caso di PSA al di fuori di Roma: 14 sono i casi riscontrati all’interno del perimetro romano, mentre uno è stato trovato a Rieti, a Borgo Velino.
In realtà la notizia si era già diffusa fra agricoltori e allevatori che erano preventivamente scesi in piazza per protestare affinché si accelerasse il piano degli abbattimenti, magari chiedendo aiuto anche all’esercito. Tuttavia tocca alla cabina di regia guidata dal prefetto Piantedosi stabilire quale sarà il piano di contenimento dei cinghiali, considerando anche le proteste degli animalisti, contrari all’abbattimento degli animali.
A causa del ritrovamento di un caso positivo al di fuori di Roma, ecco che il commissario Ferrari dovrà modificare l’ordinanza. In realtà, rispetto a quella firmata dal governatore Zingaretti, la zona infetta era già stata ampliata: dal Raccordo Anulare si era passato a La Storta. Ma il caso di Rieti richiede l’ulteriore ampliamento della zona rossa, almeno nel reatino.