Il commissario per l’emergenza della peste suina africana ha sottoscritto l’ordinanza atta a contrastare la diffusione del morbo in altre aree fuori da quelle già individuate, ossia i boschi tra Piemonte e Liguria e il comune di Roma. Ordinanza che, di fatto, oltre a fare iniziare il conto alla rovescia per le operazioni di abbattimento, tende a un duplice obiettivo: se da un lato è infatti necessario circoscrivere la zona di diffusione del virus (sottostando anche alle indicazioni della Commissione europea), dall’altro occorre fare in modo che questo non infetti gli allevamenti di maiali.
A tal proposito, il prefetto, i rappresentanti della Regione Lazio, l’assessorato all’ambiente di Roma Capitale, il sottosegretario alla salute Andrea Costa e ovviamente il commissario Angelo Ferrari si sono riuniti in un incontro a Palazzo Valentini per discutere l’attivazione di una cabina di regia volta a individuare “una serie di attività e un piano che prevede anche la riduzione della presenza degli ungulati all’esterno della zona rossa”, in modo da fornire risposte concrete su questo tema. Zona rossa che tra l’altro si è ampliata per includere un grosso spicchio a nord del Grande Raccordo Anulare a causa di alcuni casi registrati a ridosso del confine.
Abbiamo accennato agli abbattimenti: stando a quanto dichiarato dal prefetto Matteo Piantedosi, le operazioni cominceranno entra 30 giorni e avverranno, secondo quanto spiegato dal sottosegretario Andrea Costa, “attraverso la caccia selettiva con i selettori, che sono dei cacciatori abilitati che operano già sul nostro territorio nazionale. Anche in Regione Piemonte è iniziato questo piano di abbattimento, dove già 500 capi sono stati abbattuti”.