Niente da fare per La Sfattoria degli Ultimi: il giudice del Tar del Lazio ha respinto il ricorso presentato dai legali della suddetta. Confusi? Niente paura, ci pensiamo noi a rinfrescarvi la memoria. L’Asl Roma 1 ha disposto, una settimana fa circa, l’abbattimento dei 130 ungulati ospitati nel rifugio in questione nonostante questi fossero tutti sani e dotati di microchip e dunque non destinati al consumo umano. Le autorità sanitarie, tuttavia, sono state inflessibili: gli animali si trovano all’interno della zona rossa e di conseguenza vanno abbattuti per impedire la diffusione della peste suina africana. Gli animalisti si sono dunque attivati intervenendo in campo legale, sottolineando come di fatto gli animali in questione sono stati salvati dalla filiera alimentare e non verranno dunque mai destinati al consumo.
Una battaglia che, come potrete aver intuito, si è infine conclusa con la sentenza del Tar che di fatto spiana la strada all’Asl locale. Gli animalisti, tuttavia, non si arrendono, e si stanno organizzando per presentare ulteriori documenti: “Il giudice monocratico non ha preso in esame le ragioni avanzate dai titolari e dalle associazioni animaliste intervenute ad adiuvandum (Enpa, Leal, Leidaa, Lndc e Oipa), ma ha respinto l’istanza non ravvisando, allo stato degli atti, un “caso di eccezionale gravità e urgenza, tale da non consentire neppure la previa notificazione del ricorso e la domanda di misure cautelari provvisorie con decreto presidenziale” si legge in un comunicato. “A questo punto i ricorrenti trasformeranno l’istanza in ricorso ordinario con richieste di sospensiva. I tempi per la discussione dovrebbero comunque essere brevi”. In altre parole, le ragioni per annullare il provvedimento delle autorità sanitarie ci sono e devono essere esaminate: finché questa condizione non verrà soddisfatta, l’Asl Roma 1 sarà diffidata dal procedere con gli abbattimenti.
Angelo Ferrari, commissario straordinario per la peste suina, ha invece spiegato come la richiesta di non procedere all’abbattimento non sia “accoglibile, anche tenuto conto della carenza ed inadeguatezza delle misure di biosicurezza come comunicato dall’Asl Roma 1”. Il consigliere capitolino Daniele Diaco, dal canto suo, si impegna invece a ribadire la richiesta di fermare gli abbattimenti: “È una decisione più burocratica che razionale” ha spiegato, “fermate questa barbarie”.