A una settimana circa dal ritrovamento del caso di peste suina africana nel comune di Roma, la prima individuata al di fuori dell’aria originale, è già stata firmata un’ordinanza che dispone il via libera all’abbattimento dei cinghiali. Nello specifico, le operazioni partiranno dalla Riserva naturale dell’Insugherata e si allargheranno a coprire le aree limitrofe; e sono da intendere come una misura necessaria per risolvere un’emergenza che potrebbe mettere a rischio circa 50 mila capi da allevamento.
La misura in questione ha suscitato una serie di critiche dalle associazioni animaliste che sottolineano come, secondo lo stesso parere degli esperti dell’Autorità europea per la sicurezza alimentare (Efsa), la caccia non sarebbe uno “strumento efficace per ridurre le dimensioni della popolazione di cinghiali selvatici in Europa”. Anzi, al contrario, “i cacciatori, con le loro prassi di eviscerazione”, rischiano di facilitare ulteriormente la diffusione del morbo.
Va inoltre sottolineato che in una delle carcasse rinvenute negli ultimi giorni è stato rinvenuta la quarta positività sul territorio, e che il ministero della Salute ha dato il via libera per svolgere gli esami del caso all’Istituto zooprofilattico del Lazione e dalla Toscana a Roma (anziché, come previsto inizialmente, a Perugia) in modo da accorciare quanto possibile i tempi degli accertamenti. Nel frattempo, anche altre regioni cominciano ad adottare misure preventive per scongiurare il rischio di un nuovo focolaio.