A Napoli le pescherie sono state prese d’assalto per la zuppa di cozze del Giovedì Santo. Il che vuol dire aver creato pericolosi assembramenti e folle, vietati a causa dell’emergenza Coronavirus. La tradizione della zuppa di cozze è stata irresistibile e i napoletani si sono riversati in massa nelle strade.
Sin dal mattino presto, le forze dell’ordine hanno segnalato la presenza di troppe persone per strada e tutte troppo vicine fra loro, tanto che anche il presidente della regione De Luca ha di nuovo dovuto chiedere ai cittadini di restare a casa.
Soprattutto davanti alle pescherie si sono formate vere e proprie folle di persone che non potevano assolutamente fare a meno di mangiare cozze e brodo di polpo la sera del Giovedì Santo. Tutto questo è accaduto di giovedì, ma cosa succederà oggi che è Venerdì Santo? E soprattutto: cosa accadrà domani visto che a Pasqua e Pasquetta negozi e supermercati rimarranno chiusi?
Riguardano agli assembramenti di giovedì, è intervenuto sulla questione anche Nino Simeone, consigliere comunale: ha parlato di lunghe file vicino ai supermercati con cittadini che affollano i marciapiedi, cosa che obbliga i passanti a non riuscire a rispettare le norme di distanza di sicurezza. E lancia la proposta della spesa a giorni alternati, magari in base alla lettera iniziale del cognome (cosa fra l’altro già messa in atto in altri comuni più piccoli).
Di parere più severo il consigliere Francesco Borrelli che si chiede come possa la gente pensare alla zuppa di cozze durante un’epidemia così pericolosa.