Bisogna mettersi l’animo in pace: se nel corso dei prossimi mesi vorrete farvi una bella frittura di pesce, dovrete essere pronti a spendere il 20% di più. E tutto per colpa del caro bollette. A dirlo non siamo noi, bensì Federagripesca.
Secondo le stime di Fedagripesca-Confcoopertive, infatti, i rincari energetici e delle bollette stanno pesando anche sulle imprese ittiche. I costi di gestione in un anno sono più che raddoppiati e questo farà sì che aumenteranno anche i prezzi finali per i consumatori. I dati parlano di un aumento del 20%.
Il problema non è collegato solo all’incremento del costo del carburante (si è arrivati a rincari anche del 100%, cosa che aveva scatenato numerose proteste da parte degli addetti del settore). Anche energia e acqua sono aumentate, con aggravi per gli impianti di allevamento. Ma non solo: nelle principali marinerie, per quanto riguarda le celle frigorifere, si parla di aumenti del 100%.
E ancora: le cassette di pesce sono aumentate del 50% e nelle prossime settimane arriveranno a rincari del 100%, mentre le retine usate per l’insacchettamento di vongole, cozze e molluschi hanno subito rincari del 70-100%.
Meglio non va per le reti da pesca, le attrezzature e i trasporti: qui i rincari sono del 20%. A tutto ciò aggiungiamo pure il costo del carburante: i rincari qui causano una perdita di profitto lordo del 28%.
Facile intuire come l’aumento dei costi di produzione graverà sulle tasche degli italiani, cosa che inevitabilmente comporterà un taglio delle spese per quanto riguarda pesci e molluschi da parte dei consumatori che, comunque, stanno già abbondantemente tagliando il carrello della spesa.