Pesce: oppiacei e antidepressivi contaminano i prodotti ittici

Pare che farmaci come gli oppiacei e gli antidepressivi stiano contaminando i pesci degli oceani. Lo rivela uno studio americano.

Pesce: oppiacei e antidepressivi contaminano i prodotti ittici

A quanto pare il pesce dell’oceano è contaminato da farmaci come gli oppiacei e gli antidepressivi. E a dirlo è uno studio proveniente dagli USA.

Tutto nasce quando ci si è accorti che l’Albula vulpes, noto come bonefish o tarpone (pesce osseo marino e d’acqua salmastra), molto amato dai pescatori, era quasi diventato impossibile da trovare.

Pare che negli ultimi 40 anni la popolazione sia diminuita di oltre il 50%. Così la dottoressa Jennifer Rehage, ecologista ittica e professore associato presso la Florida International University, ha cominciato a parlare con diversi pescatori della Florida e tutti le dicevano che, pur avendo pescato bonefish da tutta la vita, adesso non riuscivano più a trovarli.

pesci

Così la Rehage ha iniziato uno studio per scoprire perché questo pesce fosse scomparso. E ha rilevato qualcosa di strano: potrebbero essere i farmaci la causa della riduzione di questi pesci.

Lo studio ha analizzato 93 bonefish e tutti sono risultati positivi ad almeno un farmaco fra:

  • farmaci per il cuore
  • oppiacei
  • antimicotici
  • antidepressivi

Lo studio, pubblicato lo scorso febbraio, ha dimostrato he nel 56% dei pesci erano presenti livelli di farmaci ben al di sopra di quanto si aspettassero. Un bonefish di Key West è risultato positivo a 17 farmaci, otto dei quali rappresentati da antidepressivi e con livelli 300 volte superiori rispetto al range terapeutico umano.

I ricercatori hanno poi analizzato anche altri 125 animali di cui i bonefish si nutrono, fra cui gamberetti, granchi e pesciolini. Anche in questo caso ciascuno di loro conteneva una media di 11 contaminanti farmaceutici. Il che vuol dire che la contaminazione non si limita solamente ai bonefish.

L’impatto marino dell’inquinamento farmaceutico è un fenomeno meno studiato rispetto all’impatto sulle acque dolci. I farmaci possono raggiungere l’acqua in diversi modi, anche tramite l’acqua piovana o le acque reflue umane e degli allevamenti. Tecnicamente la maggior parte dei contaminanti viene filtrati dagli impianti di depurazione delle acque reflue, ma è praticamente impossibile riuscire a rimuovere alcuni farmaci dall’acqua.

La contaminazione da farmaci delle specie ittiche può non solo alterare il comportamento dei pesci (che siano questi farmaci il motivo della pessima memoria di Dory?), ma può anche influenzare la loro capacità di riprodursi e il loro sistema endocrino.

In effetti, uno studio svedese del 2013, aveva scoperto che il pesce persico tendeva a essere meno pauroso e più antisociale se esposto a farmaci ansiolitici. Uno studio del 2016, invece, aveva notato che i salmoni esposti agli ansiolitici nuotavano più velocemente ed erano più incoscienti. Anche i gamberi esposti ad antidepressivi tendono a diventare più incoscienti, portandoli a cercare cibo per più tempo e esponendoli maggiormente ai predatori.