Pesce sintetico? No grazie – almeno secondo la Coldiretti. Stando alle stime redatte dall’organizzazione, infatti, ben 7 italiani su 10 (il 68%, a essere precisi) non si fidano del cosiddetto pesce “creato in laboratorio con cellule staminali in provetta”. La novità in questione arriva dalla Germania, dove la società Bluu Seafood promette di ricreare in laboratorio al carne di salmone atlantico, trota iridea e carpa partendo da cellule coltivate e arricchite da proteine vegetali – una promettente frontiera della scienza alimentare che la Coldiretti non esita a bollare come “deriva a tavola”.
Attenzione, però, perché di fatto i nostri amici teutonici non solo gli unici al lavoro tra provette e laboratorio: negli Stati Uniti il colosso Nomad Foods (che di fatto è anche proprietario della Findus, per intenderci) ha di recente firmato un accordo la start-up californiana BlueNalu per studiare il lancio di pesce da colture cellulari; mentre un’altra società – la Wildtype di San Francisco – sta sperimentando il sushi da salmone coltivato in laboratorio. Di nuovo, il giudizio della Coldiretti non lascia scampo: “Si tratta di una deriva alimentare iniziata con la carne sintetica della società americana Beyond Meat e sostenuta da importanti campagne di marketing, che tendono a nascondere i colossali interessi commerciali e speculativi in ballo”.
Tornando alle stime circa le preferenze degli italiani, la Coldiretti sottolinea come questi mettano in cima alla classifica dei motivi principali per cui bocciare il cibo in provetta “il fatto di non fidarsi delle cose non naturali (68%)”, seguito dai dubbi “sul fatto che sia sicura per la salute (60%)” e sul timore che “il cibo artificiale non avrà lo stesso sapore di quello vero (42%)”.