Quella che vedete qui sotto è una spigola cilena (o spigola della Patagonia o Dissostichus eleginoides, chiamatela come vi pare): è il pesce dello scandalo che sta facendo litigare USA e UK per quanto riguarda i suoi limiti di pesca. E in tutta questa faccenda c’è lo zampino della Russia che ha deciso di ostacolare i tentativi di fissarne i limiti di cattura.
L’anno scorso, quando già c’era aria di turbolenze fra Occidente e Russia a causa dell’Ucraina, ecco che il paese guidato da Putin aveva respinto i limiti di cattura per la spigola cilena stabiliti dalla Commissione per la conservazione delle risorse biologiche dell’Antartico, un’organismo di regolamento della pesa composto da 26 paesi.
Così questa primavera il Regno Unito, che l’anno scorso litigava anche con la Francia per quanto riguardava i diritti di pesca nella Manica, ecco che aveva deciso di rispondere a modo suo a questa faccenda, rilasciando la licenza a quattro navi battenti bandiera britannica per poter pescare questa specie al largo delle coste della Georgia del Sud, una remota isoletta disabitata che si trova a circa 1.600 km a est delle Isole Falkland e che è controllata dalla Gran Bretagna.
Però secondo i funzionari USA, tutto ciò viola le regole della commissione: la cattura delle spigole da parte del Regno Unito sarebbe illegale. Anche secondo Will McCallum, capo della sezione oceani di Greenpeace, la decisione del Regno Unito rischia di creare un precedente rischioso. Secondo McCallum, la volontà della Russia di approfittare di questa cooperazione internazionale, non può giustificare l’azione unilaterale di altri membri.
Dal canto suo uno dei funzionari della Georgia del Sud e delle Isole Sandwich meridionali, responsabile del rilascio delle licenze insieme con il Foreign Office del Regno Unito, ha spiegato di aver deciso di agire così per non cedere alle tattiche ostruzionistiche della Russia.