Si torna a parlare di pesca perché lo sciopero dei pescherecci prosegue a singhiozzo. Le imbarcazioni dell’Adriatico, infatti, hanno sospeso momentaneamente lo sciopero e sono tornate in mare, mentre i pescatori del Tirreno continuano a incrociare le braccia per protesta.
La notte scorsa, infatti, i pescatori di Ancona hanno deciso di tornare in mare a seguito di un incontro fra le marinerie del basso e alto Adriatico. Le marinerie, infatti, avevano deciso insieme di scioperare, ma poi erano subentrati pareri discordanti. Per esempio, Apollinare Lazzari, presidente dell’Associazione Produttore Pesca di Ancona, aveva dichiarato che non potevano continuare a rimanere a terra in quanto i marinai non possono beneficiare della cassa integrazione.
Lazzari ha poi continuato ricordando che il comparto non può continuare a non lavorare in eterno. Tuttavia la protesta va avanti, anche se con una sola giornata di pesca in meno. E per il prossimo weekend decideranno cosa fare.
In pratica i pescherecci dell’Adriatico sono tornati a pescare lunedì, salvo poi fermarsi martedì, vendere il pescato e poi uscire nuovamente mercoledì. E salvo altre decisioni, ecco che si fermeranno di nuovo nel fine settimana.
Tuttavia le marinerie non sono state tutte solidali: sono tornati in mare i pescatori di San Benedetto del Tronto fino a Trieste, quelli liguri, toscani e campani. Sono rimasti a scioperare, invece, quelli dell’Abruzzo, del Molise, della Puglia e del Lazio.
Liguria e Sardegna, invece, non si sono mai fermate. Tuttavia il problema del caro gasolio persiste: se i prezzi continueranno a salire, ai pescherecci converrà di più stare fermi che non tornare in mare. E intanto nei mercati il pesce fresco scarseggia e quel poco che si trova, vede i prezzi salire di continuo.