Le proteste per gli aumenti dei prezzi del carburante giungono anche a Termoli, in provincia di Campobasso. Qui, infatti, i pescatori locali hanno manifestato organizzando un flash mob nel porto che di fatto ha occupato tre zone diverse dello scalo; mentre tutte le marinerie del posto hanno già dichiarato la propria intenzione di scendere in banchina all’indomani al grido di “pronti ad andare in pesca, ma non si può”.
Una protesta che di fatto si inserisce nella scia di quelle viste negli ultimi giorni ad Ancona e a San Benedetto del Tronto, dove i pescatori locali si sono organizzati per bloccare l’accesso al porto e al mercato ittico di alcuni tir carichi di pescato proveniente dall’estero. Al momento, l’unico obiettivo raggiunto dalle manifestazioni in questione riguarda la pubblicazione di un decreto che di fatto assegna 15 milioni di euro per sostenere le imprese del settore – una misura che di fatto equivale a una media di 3800 euro una tantum a imbarcazione – mentre la richiesta principale delle associazioni di categoria, ossia la diminuzione del prezzo del gasolio, non sembra nemmeno essere stata presa in considerazione dal Governo.
“Per le altre misure: credito di imposta, attivazione della cassa integrazione, fermo volontario tipo bellico e pagamento del fermo 2021, non se ne parla ancora” spiega a tal proposito la presidente dell’Associazione Armatori Pesca del Molise, Paola Marinucci. “E i tempi sono più che lunghi. Ringraziamo, comunque, il sottosegretario Battistoni e il Mipaaf, ma chiediamo tempi più celeri perché fine mese è arrivato e non sappiamo come pagare un compenso accettabile ai marinai”.