Troppo successo, troppe richieste: se è vero che il tonno è da sempre stato presentato come uno degli alimenti più salutari in quanto ricco di omega-3, minerali, proteine e vitamine B12, la pesca eccessiva della specie potrebbe portare a conseguenze negative sia per la biodiversità marina che per le comunità dell’intero pianeta. Stando a un rapporto redatto dall’Onu, infatti, si stima che ogni anno vengano catturate circa 7 milioni di tonnellate di tonno: un numero che di fatto rischia di far diminuire eccessivamente i numeri della popolazione di questa specie.
Si stima inoltre che almeno un certo degli stock delle sette principali specie di tonno siano state sfruttate a un livello biologicamente insostenibile, che di fatto potrebbe anche risultare in una potenziale scomparsa dai mari. Una scomparsa che, come accennato, finirebbe per travolgere tutti i Paesi che dipendono fortemente da questa risorsa ittica per la sicurezza alimentare, la nutrizione dei propri cittadini e la loro occupazione professionale, lo sviluppo economico, le entrate governative e i mezzi di sussistenza. A oggi, il tonno (e specie affini) rappresentano un quinto del valore complessivo del mercato delle attività globali di pesca e più dell’8% della produzione ittica: l’appello dell’Onu è quindi quello di fermare quanto prima la pesca eccessiva di questa specie.