Quando quello che a un’analisi sommaria potrebbe apparire come il proverbiale “caso isolato”, magari nato da un eccesso di spavalderia o dall’idea di poterla fare in barba alla legge e tornarsene a casa con le tasche belle gonfie, si presenta con cadenza quasi regolare e con protagonisti sempre più preparati e agguerriti, allora ecco che gli agenti della Capitaneria di Porto hanno tutti i diritti per sospettare di un vero e proprio sistema organizzato di pesca di frodo, che di fatto pare possa operare in maniera parallela a quello regolamentare con procedure sistematiche e simili di volta in volta. Ci stiamo riferendo, in questo caso, a quanto capitato in quel di Ortona, in provincia di Chieti, dove le autorità portuali sono state avvisate, nel cuore della notte, di luci sospette nelle acque cittadine.
Uno dei due subacquei, immediatamente intercettato una volta emerso, è stato identificato con tanto di verbalizzazione per pesa in luoghi e con attrezzatura non consentita dalla legge: all’uomo, proveniente dalla Campania, è stato sequestrato l’intero equipaggiamento ed elevata una multa da mille euro. Catturare il suo collega, invece, si è rivelato un po’ più difficile: il sub si è dato alla fuga e i militari sono stati costretti a un vero e proprio inseguimento lungo la spiaggia, al termine del quale l’uomo è stato catturato e sottoposto ai controlli del caso. Gli agenti della Capitaneria di Porto, tuttavia, non sono riusciti in alcun modo a recuperare il bottino del pescato: il sospetto è che i due l’abbiano rigettato in mare prima di tentare la fuga.