Con i ristoranti chiusi, un altro settore ne sta pagando le conseguenze: la pesca è in crisi, calano i prezzi per via delle vendite diminuite, con una flessione che in alcuni casi tocca punte del 70%.
I prezzi per pesci, molluschi e crostacei tornano a calare per via delle vendite che risentono delle limitazioni anti-Covid imposte dal governo a seconda delle zone. Nelle regioni gialle la flessione media è del 20%, in quelle arancioni sono tra il 30% e il 40%, fino ad arrivare anche a punte del 70% nelle rosse.
“Il prodotto ce n’è in abbondanza – spiega Sonia Barchielli, direttrice del mercato ittico della Cooperativa Labronica di Livorno – anche perché da poco nel Tirreno abbiamo finito il fermo pesca. I prezzi in questo periodo che precede il Natale solitamente sono più bassi, ma quest’anno a complicare il tutto c’è il Covid“.
Secondo gli operatori, a incidere sul calo dei prezzi non è solo la chiusura serale dei ristoranti, ma anche la riduzione dei pranzi di lavoro e della pausa tra colleghi, vista la diffusione dello smart working. E poi c’è il fattore piscologico che incide pesantemente anche a tavola. Secondo un’indagine di Fedagripesca 8 italiani su 10 vivono alla giornata e questo pesa sulle scelte di consumo e acquisto.
A soffrire di più al momento sono le filiere legate alle specie consumate al ristorante, come le vongole, che registrano un calo di richieste tra il 50 e il 60%, mentre per le ostriche il crollo è addirittura del 70%. Di assoluto rilievo i numeri del pescato in Puglia, il cui valore economico è pari all’1% del PIL pugliese e arriva fino al 3,5% – ricorda Coldiretti Puglia – se si considera l’intero indotto che conta 1500 imbarcazioni, 5000 addetti, 10 impianti di acquacoltura e mitilicoltura.
“La situazione delle marinerie in Puglia è molto grave per il crollo della domanda sui mercati italiani ed esteri a causa del Covid, con l’azzeramento degli ordini, per la chiusura 7 giorni su 7 dei ristoranti. Vanno assolutamente aiutate a superare il momento di grande difficoltà”, denuncia Savino Muraglia, presidente di Coldiretti Puglia. “Le limitazioni alle attività di impresa devono prevedere un adeguato sostegno economico e iniezioni di liquidità lungo tutta la filiera e interventi a fondo perduto per salvare gli agriturismi, un esempio straordinario del turismo rurale ed enogastronomico.”
Per far fronte a questa nuova contrazione di consumi e ricavi, secondo il monitoraggio sul campo di Fedagripesca, c’è chi rispolvera la vendita porta a porta, chi riduce le giornate di pesca per evitare un tracollo dei prezzi, chi si cimenta con il delivery per consegnare a casa pranzi e cena a base di pesce cucinato. Ma a pesare ulteriormente non c’è soltanto le restrizioni imposte dalla chiusura dei ristoranti o dal crollo della richiesta: la pesca nostrana è minacciata anche dall’aumento degli acquisti di prodotto surgelato del 2% in più, secondo quanto afferma Coldiretti Puglia sulla base dei dati Confcommercio sul blocco delle attività, mentre ISMEA segnala l’aumento degli acquisti di pesce surgelato perché più facile da conservare.
“Già in tempi ordinari quasi 8 pesci su 10 consumati sono stranieri – aggiunge il presidente Muraglia – spesso senza che i consumatori lo sappiano, soprattutto a causa della mancanza dell’obbligo dell’indicazione di origine sui piatti consumati al ristorante, che consente di spacciare per nostrani prodotti provenienti dall’estero che hanno meno garanzie rispetto a quello Made in Italy. I pericoli maggiori per l’Italia vengono infatti dal pesce spagnolo, come tonno e pescespada, con alto contenuto di mercurio e dal pesce francese, sgombro in primis, per l’infestazione del parassita Anisakis. L’emergenza Covid ha aggravato lo scenario con la vendita quasi esclusiva di pesce importato dall’esatto e surgelato. Per questo abbiamo intensificato nei Mercati di Campagna Amica coperti di Foggia e Brindisi campagne di informazione per far conoscere caratteristiche, qualità ed aiutare a fare scelte di acquisto consapevoli”, conclude il presidente Muraglia.
[ Fonte: ANSA, La Gazzetta del Mezzogiorno ]