Il Coronavirus continua a mettere in difficoltà i vari comparti produttivi del Paese. Chi rischia di uscirne distrutta è anche la pesca, perché c’è l’offerta ma manca la domanda. I pescherecci continuano ad andare in mare, ma il mercato registra un calo del 40%. Su questa diminuzione sostanziale ha influito il cambio delle abitudini degli italiani che mangiano meno fuori casa e per le cene casalinghe scelgono prodotti a lunga scadenza.
I numeri sono il risultato dell’analisi di Fedagripesca-Confccoperative sulle ricadute economiche del Covid-19. Ad Anzio, nel Lazio, oggi le barche sono rimaste nel porto e nei prossimi giorni la stessa cosa potrebbe accadere a Fiumicino e a Civitavecchia. In Emilia Romagna, per le vongole veraci, destinate per circa il 70% alla ristorazione, si registra un calo di oltre il 30% di richieste, mancando gli ordini dei ristoratori.
In Campania la perdita era minima fino a qualche giorno fa (-10%), ma oggi si segnalano guadagni in picchiata con perdite di meno 70%-80%. In Liguria, calo del 40-50% della Grande distribuzione organizzata, dove a pesare è soprattutto la minor domanda proveniente da Lombardia, Piemonte, Veneto e Emilia-Romagna.
Più ridotto il calo per il mercato locale destinato al consumo domestico o alla ristorazione locale. Mitilicoltori fermi dalla Puglia al medio Adriatico per assenza di richieste. E in tante marinerie c’è chi chiede di anticipare il fermo pesca.
Fonte: Ansa