La pesca come Patrimonio Culturale Immateriale dell’Unesco? È quello che auspicano i Flag italiani, cioè i Fisher Local Action Group: grazie al progetto “Patrimonio culturale della pesca” presentato lo scorso maggio al ministero delle Politiche agricole, ecco che adesso si sta lavorando al dossier per poter candidare la pesca a entrare a far parte della lista del Patrimonio Culturale Immateriale dell’Unesco.
Mentre la Puglia propone il pane di Altamura a entrare nella medesima lista, ecco che Antonio Gottardo, presidente del Flag Veneziano-VeGAL, ha dichiarato che il progetto punta sul turismo, sulla valorizzazione dei luoghi, dei mestieri e dei prodotti sia della pesca che dell’acquacoltura.
Inoltre fra gli obiettivi c’è anche quello di valorizzare la figura del pescatore. Secondo Gottardo, pesca e turismo sono interdipendenti. E la stessa cosa vale per la pesca, il territorio e i prodotti enogastronomici.
Al momento il dossier si concentra sulla pesca tradizionale, quella tipica delle acque basse e fatta con attrezzi artigianali. In esso si parla anche di sostenibilità, fattore fondamentale per cercare di lottare contro i fenomeni scatenati dai cambiamenti climatici.
Importantissimo sarà adesso il ruolo del Mipaaf, soprattutto per quanto riguarda la valutazione delle proposte che dovranno essere molto specifiche ed esclusive. Tuttavia l’Italia parte avvantaggiata: il nostro paese detiene la maggior parte delle denominazioni registrate rispetto agli altri Paesi e altre candidature probabilmente verranno valutate anche alla luce di questo precedente.