Se nel bene e nel male siamo tutti abituati ai ristoranti che esibiscono proteste contro il Green Pass (o che aiutano i propri clienti a scappare dai controlli tramite botole nascoste in cucina), la storia della Quercia di Sant’Andrea in Villis, in provincia di Pesaro, è davvero singolare. Qui, infatti, nessuno vi controllerà il certificato verde. Ma sia chiaro: non si tratta di convinzioni personale o politiche, ma di sacrosanta paura di ricevere denunce per violazioni della privacy.
Dopotutto lo stesso titolare del locale, Cristian Marinelli, si autodefinisce un sì vax. Ciò che l’ha convinto dallo smettere di controllare il Green Pass dei suoi clienti è una discussione con un avventore piuttosto agguerrito. “Un giorno a dicembre, un cliente voleva querelarmi perché gli avevo chiesto il green pass. Mi ha detto che non avevo il diritto di sapere se lui avesse fatto o meno la puntura”, racconta Marinelli. Il ristoratore ha tentato di convincere l’uomo che, a tutti gli effetti, era tenuto a chiedere, ma questi insisteva minacciandolo di mandarlo sotto processo per violazione della privacy. A quel punto, Marinelli ha preferito farlo accomodare tranquillamente senza controllare niente. Volendosi comprensibilmente tutelare, il ristoratore si è dunque rivolto via pec al garante della privacy per ricevere delucidazioni in merito, ma non ha ancora ricevuto denuncia. “Io aspetto e nel frattempo faccio entrare i clienti senza chiedergli il green pass”, continua Marinelli. “Non vogliono correre il rischio di una denuncia”.
E nel locale spicca un cartello che spiega le motivazioni del proprietario: “Volendo sempre essere un cittadino rispettoso della legge, di sé stesso e della sua clientela, al momento preferisco sospendere momentaneamente il controllo del green pass ai clienti che varcheranno la soglia della mia attività in attesa di un parere specifico che mi autorizzi a farlo”.