A Pesaro sono stati chiusi tre locali della movida a causa di assembramenti. Ma non solo: molti clienti non indossavano la mascherina, ma erano così tanti che è stato praticamente impossibile multarli tutti. E’ accaduto nella zona di via Trieste e Baia Flaminia.
Agenti in borghese e polizia municipale hanno notato quegli assembramenti vietati di persone nei locali e subito fuori: baci, abbracci e mancato distanziamento sociale ovunque. Mascherina? Neanche a parlarne. Per questo motivo, le forze dell’ordine hanno prima comminato una multa da 400 euro, poi hanno inviato una relazione alle prefettura chiedendo che venisse applicata la sanzione relativa alla chiusura per almeno un mese.
Se vi state chiedendo perché la polizia abbia chiesto alla prefettura di applicare il periodo di chiusura massimo, è presto detto: i ristoratori e i locali non hanno fatto niente per garantire la sicurezza e limitare il rischio di contagio. Un esempio? A Pesaro c’è un’ordinanza che obbliga all’uso della mascherina nella zona mare dalle ore 18 alle ore 6 durante il weekend.
Tuttavia, nonostante l’ordinanza fornisse precise indicazioni, i poliziotti hanno spiegato che nessuno indossava la mascherina. In pratica la polizia avrebbe dovuto multare ogni singola persona, praticamente impossibile. Sanzionati, invece, i ristoratori e gestori dei locali che avevano il preciso obbligo di vigilare sugli assembramenti.
Oltre al danno, anche la beffa: quando i poliziotti sono andati dai gestori per comminare la multa, questi, al posto di ammettere di aver sbagliato, hanno risposto loro che non dovevano interferire e complicare le cose dopo tre mesi di blocco e che era meglio se andavano da un’altra parte. A questo punto gli agenti hanno deciso di chiedere al prefetto di farli chiudere per un mese: adesso toccherà a lui decidere.