A quanto pare la Svezia ha deciso di boicottare l’Absolut Vodka e altri prodotti a marchio Pernod Ricard. Perché? Semplice: l’azienda, dopo aver annunciato, come molte altre realtà del settore fra l’altro, di aver interrotto la vendita dei suoi prodotti in Russia a causa dell’invasione dell’Ucraina, ha deciso di riprendere le esportazioni dei suoi prodotti alcolici in Russia. Da qui la decisione del paese nordico di boicottarne i prodotti.
Perché la Svezia boicotta Pernod Ricard?
Se ti trovi in Svezia, più precisamente a Stoccolma e hai deciso di andare a mangiare in uno dei suoi ristoranti più famosi come Riche, Sturehof e Teatergrillen, ecco che non potrai più ordinare un Absoult Vodka, un rum Malibu o anche un whsiky Jameson. Questo perché il gruppo Svenska Brasserie, il proprietario di questi locali, ha stabilito che non venderà più alcolici facenti capo al gruppo francese Pernod Ricard.
Tutto ciò perché Pernod Ricard ha ripreso a esportare la sua vodka verso la Russia già a fine 2022. La cosa non era certo passata inosservata, tanto che anche Ulf Kristersson, il primo ministro svedese, aveva diplomaticamente dichiarato di essere sorpreso da questa decisione di Pernod Ricard, sostenendo che i consumatori avrebbero trovato la situazione alquanto bizzarra.
Meno diplomatici erano stati altri deputati che avevano parlato di una decisione “vergognosa” e anche di “caduta morale”. Anzi, Karin Karlsbro, eurodeputato per i liberali aveva sostenuto che si era di fronte a un “bel regalo a Putin”, mentre Anders Ygeman, questa volta eurodeputato per il partito socialdemocratico, aveva ironizzato ribattezzando la vodka di Pernod Ricard come “Absolut Poutine”.
Il gruppo Svenska Brasserie, poi, è stato ancora meno diplomatico dei politici: tu Pernod Ricard riprendi a esportare la vodka in Russia nonostante la guerra sia ancora in corso? E io non vendo più nei miei ristoranti i tuoi prodotti.
E Pernod Ricard? Beh, visto il boicottaggio l’azienda ha provato a difendersi sostenendo che aveva sospeso le esportazioni verso la Russia subito dopo l’invasione dell’Ucraina da parte di quest’ultima. Tuttavia aveva continuato comunque a vendere le scorte. Finite queste, però, il gruppo ha deciso di ripartire con le esportazioni per “difendere l’occupazione e tutelare i propri lavoratori in Russia”. Quindi, di fatto, Pernod Ricard non ha mai smesso di vendere alcolici in Russia visto che prima si è appoggiato alle scorte e adesso ha ripreso le esportazioni.
Inutile dire che le motivazioni fornite del gruppo non hanno per niente convinto il web, tanto che su Twitter un messaggio li accusa di “sostenere le bevute alla salute del genocidio”.
Comunque Pernod Ricard non è certo l’unica azienda ad aver bloccato in maniera “creativa”, definiamola così, le esportazioni. A febbraio anche Heineken era stata accusata di aver disatteso le promesse di andare via dalla Russia, anche se in quel caso il colosso della birra si era giustificata sostenendo che non fosse così facile chiudere tutte le attività. E c’erano state anche polemiche per il fatto che PepsiCo ci avesse messo sei mesi prima di interrompere la produzione in Russia, mentre Leffe aveva deciso, al contrario, di aprire sette nuovi birrifici nel paese di Putin.