A ora di marketing, Heinz se la spassa a creare campagne provocatorie e d’effetto – e anche stavolta non è da meno. La nuova edizione limitata del ketchup in barattolo, già andata sold out nel Nuovo Continente, ci invita a interrogarci sulle nostre abitudini in fatto di snack. Se è perfettamente normale pucciare le patatine fritte (le French fries, per intenderci) nelle salse, perché non dovremmo farlo anche con le chips in busta? Da qui l’idea temporanea della ketchup in vasetto, che molto probabilmente si piazzerà presto sugli scaffali dei supermercati in modo permanente.
Ketchup da immersione
Intingere le patatine in busta (quelle tonde e croccanti) nel ketchup è un po’ come mettere il formaggio sulla pasta con il tonno: più di una persona lo fa, ma nessuno lo ammetterebbe mai. Heinz gioca su questa diatriba – che anzi non è proprio tale, perché nessuno ne ha mai parlato – per lanciare la sua nuova salsa in edizione limitata, andata già a ruba in America.
Parliamo di ketchup, ma l’azienda la ribattezza Tomato Chip Dip, sottolineando il ruolo per cui è stata pensata: tuffarci dentro le patatine croccanti e gustarsele così. D’altronde, suggerisce il colosso delle salse, lo facciamo tranquillamente con le French fries, perché non provare anche con le loro cugine? Potato – potahto, tomato – tomahto, è il gioco di parole su cui si basa la campagna.
Un modo di dire tutto anglofono basato sulla diversa pronuncia, a seconda della regione, delle parole che indicano patate e pomodoro (che felice coincidenza) e che sta a significare che, in fondo, si tratta poi della stessa cosa: patate fritte. Non ci pronunciamo al momento sull’accostamento patatine in busta/ketchup – dite che urge una prova d’assaggio? – ma ammettiamo che la salsa in barattolo ha il suo perché.