Se si è il numero uno al mondo, bisogna prendere una posizione. E possibilmente non troppo vicina a Giorgia Meloni, qualora il proprio buon nome, come accade a Massimo Bottura, lo si debba anche a concetti di sostenibilità, uguaglianza e carità. Argomenti cui il grande cuoco di fama planetaria, complici i “refettori”, ovvero le mense fortunate per i meno fortunati sparse per il mondo, ha inesorabilmente legato la propria cucina e ai quali deve, almeno in parte, il proprio successo.
Il nostro chef nazionale più celebre sulla Terra, insomma, non può più permettersi di mettere in scena sketch come un Gino Sorbillo qualunque, acclimatandosi serenamente accanto a qualunque personaggio pubblico, ora della destra ora della sinistra, per poi far accrescere indisturbate le pagine social. E no, la Presidente del Consiglio non è super partes, soprattutto agli occhi dei tanti fan internazionali del cuoco.
Un’istantanea istantanea: Giorgia Meloni e Massimo Bottura insieme
Massimo Bottura, chef d’occasione al G7 di Borgo Egnazia in corso, si sarà detto che una post su Instagram con la premier italiana fosse doveroso, al di là di come la pensi o di come la si pensi in genere. Un atto dovuto, che ha dell’istituzionale. Avrà pensato. Tra i numeri uno della politica in veste di cuoco non ha fatto i conti con la propria celebrità, inevitabilmente interconnessa con un assetto valoriale incompatibile la stessa Giorgia Meloni. E d’altronde, vien da dire, a rendere i cuochi filantropi questi sono poi i risultati: tocca siano coerenti con loro stessi.
Sta di fatto che lo scatto è stato cancellato dal profilo social di Massimo Bottura. Tutto è andato nel prevedibile ordine delle cose: pubblicazione del post, disattivazione dei commenti perché decisamente scomodi, sconvenienti fino al vilipendio, eliminazione del post.
I commenti su Giorgia Meloni rivolti a Massimo Bottura
E i commenti sotto il post ora cancellato, per la cronaca, erano davvero spiacevoli. “Wow, stringi la mano a un presidente del genocidio. Disgustoso!”, traduco. O ancora: “Fascist sympathizer = unfollow…ciao”. In altre parole: “simpatizzi per il fascismo se sei accanto a lei, allora non ti seguo più”. Gli argomenti contrari all’associazione tra il celebre e la Prima Ministra (che ci perdonerà il femminile) erano sostanzialmente due: quello più ampio, composito, se vogliamo comune ai rappresentanti del G7 tutto, legato alla guerra tra Israele e Palestina e al sostegno delle potenze occidentali nei confronti del primo Stato, e quell’altro tema, certo più relegato al neo-nazionalismo nostrano e alla destra sovranista di cui il nostro Paese è emblema in questo momento storico.
Commenti che non trovano pace, nemmeno sotto il più condivisibile o, perdonate la parola ovvia, democristiano, post dedicato all’incontro tra Massimo Bottura, Giorgia Meloni e il Papa. Anche lì i follower puntano il dito.
E adesso Massimo Bottura, dì qualcosa di sinistra. Anche se, magari, proprio non ti va.