A dirlo non siamo noi, bensì un’indagine realizzata da Carrefour Italia in occasione della Milano Wine Week 2023. Ebbene: pare che molti italiani si basino sull’aspetto dell’etichetta per scegliere il vino. E non guardano solamente gli aspetti nutrizionali o le informazioni relative alla produzione, no, si concentrano proprio sul disegno e la grafica dell’etichetta.
Scegliere un vino basandosi sull’etichetta? Lo facciamo in tanti
La ricerca condotta da Carrefour è stata ad ampio spettro e ha valutato diversi aspetti del consumo alcolico di vino. Per esempio, la maggior parte dei consumatori, soprattutto i giovani, scelgono di bere vino per stare in compagnia, con il 44% della Gen Z che beve vino per stare con gli altri. Insomma, il vino viene visto come un “prodotto socializzante”.
Man mano che aumenta l’età, però, ci si concentra sempre di più sul prodotto, non limitandosi a tracannarlo, ma prendendosi del tempo per degustarlo. Questo succede per il 28% della Gen X. E i Millenilas? Beh, non fanno troppo caso a ciò che bevono: seguendo il mantra dell’“importante è bere e socializzare”, ecco che il 33% di costoro è un consumatore di vino basico, cioè beve senza conoscere il prodotto.
A quanto pare, dunque, sono i Boomers la categoria di bevitori più attenta al territorio e alla produzione italiana. Sempre a proposito del territorio, per il 52% dei bevitori è importantissimo, mentre produttore e marca sono ancora poco interessanti per i bevitori, fermandosi al 23% e al 15%. Tuttavia il 37% predilige le narrazioni calde e il 35% quelle coinvolgenti che raccontano la storia della produzione di quel prodotto.
Fin qui tutto ok, solo che poi emerge un dato curioso: l’importanza dell’estetica dell’etichetta. Partiamo dai giovani: il 24% di costoro viene attratto da un design innovativo e il 21% dall’uso di materiali particolari o anche di rifiniture. I giovani sono dunque più attratti dai disegni e dai particolari dell’etichetta, al contrario dei più grandicelli che, invece, si concentrano di più sulle note informative (il 56%), quindi da dove arriva quel vitigno, da quale territorio deriva, se è una denominazione d’origine e qual è la gradazione alcolica.
Solamente il 20%, però, si interessa del nome del produttore: quando si va a scegliere un vino, in pochi guardano da chi è stato prodotto. Più attenzione viene posta all’area geografica (47%) e al vitigno (37%). Si presta anche attenzione alla denominazione d’origine (35%) e alla gradazione alcolica (33%), mentre i premi e riconoscimenti interessano poco, solo il 4% dei bevitori (forse anche perché un bevitore medio non li conosce?).
Il che se ci pensiamo bene ci sta: in realtà, per quanto amiamo spacciarci per profondi conoscitori di vino, la maggior parte di noi non è che ne capisca molto. In effetti non è che si possa pensare di diventare sommelier basandosi sul proprio gusto personale, sul fatto che “bevo vino da anni” o che al cenone di Natale “apro quella bottiglia lì”.
Quindi ecco che i meno esperti sono maggiormente attratti da una bella etichetta che non da altre informazioni tecniche. Il che mi consola: da astemia pensavo che il fatto di scegliere un vino o una birra basandomi solo su quanto fosse carino e particolare il disegno dell’etichetta fosse l’inevitabile conseguenza di non poter bere alcolici. Ma a quanto pare anche chi beve regolarmente spesso si basa solo sull’estetica.