Perché Amazon ha comprato Whole Foods, la catena del cibo bio più famosa negli Stati Uniti?
Perché Jeff Bezos, fondatore di Amazon, ha deciso di investire nella madre di tutte le compravendite, pagando la cifra di 13,7 miliardi di dollari per una catena su cui decine di altri investitori, negli anni passati, non avevano scommesso un centesimo?
Cos’è Whole Foods
Eppure, da ieri, la supponente Whole Foods, con la sua aria di superiorità e i suoi prodotti politically correct, bio, vegan e integrali – fondata da John Mackey nel 1980 a soli 25 anni, con 45.000 dollari presi in prestito da amici e parenti per aprire il primo negozio di Austin, in Texas – è entrata nell’orbita del gigante delle vendite online.
In apparenza un bel risultato per Mackey, oggi 63enne, e per la sua ormai ex società quotata in Borsa dal 1992.
Ma qual è il motivo che ha spinto Amazon ad alzare tanto il prezzo d’acquisto? Che bisogno aveva il colosso del commercio elettronico mondiale di acquisire un’azienda con centinaia di punti vendita fisici dislocati ovunque negli USA?
Ebbene, la domanda contiene già la risposta.
La strategia di Amazon
Già da tempo l’attenzione di Amazon si è spostata sul “grocery” (il commercio al dettaglio di prodotti alimentari e non) online ma anche fisico, con punti vendita sperimentali come gli store Amazon Go aperti a Seattle, senza casse e con pagamento tramite app.
Per crescere nel settore c’è ovviamente bisogno di distributori, dei punti vendita fisici che Whole Foods può garantire, forte dei 460 negozi sparsi prevalentemente nel Nord America e, in minima parte, nel Regno Unito.
Acquisendo la catena del bio, Amazon ha portato a casa in poco tempo un marchio conosciuto e di fiducia per milioni di consumatori, una capillare rete di punti vendita e anche il patrimonio immobiliare di Whole Foods, che potrà utilizzare in proprio oppure rivendere, ricavandone altri profitti.
“Milioni di persone amano Whole foods perché offre i migliori alimenti naturali e biologici, e rende divertente il mangiare sano. Whole Foods ha soddisfatto, deliziato e nutrito i suoi clienti per quasi quattro decenni: sta facendo un lavoro straordinario e noi vogliamo che tutto ciò continui “, ha dichiarato Bezos al Guardian.
Il rischio è che Amazon, affiancando cibi biologici a patatine o altri generi di largo consumo, perda quella fetta di clienti Whole Foods affezionati al lato “etico” dell’azienda specializzata in cibi bio.
Tempi “duri” per Whole Foods
Allo stesso tempo, le prospettive per Whole Foods non erano più così rosee: diventata fin troppo supponente agli occhi di molti consumatori, la catena ha patito di recente una flessione delle vendite, e anche la redditività si è abbassata.
Sono stati chiusi 9 punti vendita e i profitti stimati per il futuro sono diminuiti. Gli azionisti, inoltre, hanno richiesto un cambio di strategia, chiedendo di implementare il business tradizionale con il commercio online.
Vantaggi e svantaggi per i consumatori
I consumatori americani, specialmente quelli della middle class più agiata, attenti al cibo biologico, avranno sicuramente dei vantaggi se Amazon deciderà in futuro di vendere i cibi organici di Whole Foods anche online, e anche se il colosso americano deciderà di abbassarne i prezzi, come già è successo per libri e audiovisivi.
Ma è anche fuori discussione che molte piccole aziende non riusciranno a competere con Amazon, vedranno abbassarsi i loro utili e, in alcuni casi, potrebbero essere costrette a chiudere.
I freddi numeri
Amazon, che dà lavoro a un piccolo esercito di circa 341.400 persone, è valutata attualmente circa 477 miliardi di dollari, le vendite annuali ammontano a circa 142 miliardi di dollari e i profitti a circa 2,5 miliardi di dollari annuali.
Whole Foods invece, che impiega 60.000 dipendenti, è valutata circa 12 miliardi di dollari, le vendite annuali si aggirano sui 16 miliardi di dollari, con profitti per circa 400 milioni annuali.
Con l’acquisizione di Whole Foods, Amazon entra prepotentemente nel mercato della vendite al dettaglio tradizionali, usufruendo di una rete affidabile, conosciuta e capillare, che le permetterà di espandersi in breve tempo e di aspirare a diventare il primo colosso a livello mondiale nel settore del commercio globale, sia elettronico che tradizionale.
[Crediti | Link: The Guardian, Eater, Dissapore]