Quest’anno, ingenuamente forse, ci avevamo creduto. Dopo anni di richieste inascoltate quasi ci eravamo arresi, ma poi verso fine giugno il divino Alain Ducasse riaccende il fuoco della speranza: “Spero che un giorno la Michelin darà una stella anche alle pizzerie”. Insomma, finché siamo noi comuni mortali a fare del banale tifo campanilistico possiamo anche capire che negli imperscrutabili corridoi del potere le voci non arrivino, ma se a parlare è il secondo chef più stellato della storia, magari il concetto può passare.
Non solo, tanto era l’entusiasmo nei confronti del piatto più amato del mondo, complice la sua visita a Napoli per sovrintendere i lavori della sua nuova apertura, che arrivò anche a proporre un suo personale candidato: Franco Pepe. Noi, sommessamente, ci siamo permessi di aggiungere anche qualche nostro papabile come Francesco Martucci, Pierdaniele Seu, Simone Padoan, Francesco Capece. Ci avevamo creduto ma, anche per quest’anno, se ne parla il prossimo.
Italia vs. resto del mondo
Eppure nelle guide rosse pubblicate nel resto del mondo i precedenti non mancano. Non per le pizzerie in sé, ma per interpretazioni un po’ più pop del fine dining basate sui cibi tradizionali locali, street food compresi. In tempi recenti è il caso di Minimal, gelateria (per quanto il termine possa essere riduttivo visto il tipo di offerta) stellata a Taiwan, o di El Califa de León, prima taqueria al mondo a potersi fregiare dell’ambito riconoscimento, poco più che un chiosco, con una selezione di quattro tacos a pochi dollari. A questo storico si è aggiunta in questi giorni una nuova stella nella guida Michelin 2025 di Shanghai: Wu You Xian, locale di Dim Sum e in particolare negli Xiaolongbao, i ravioli al vapore tipici della zona.
I ravioli stellati e pizze no
Bisogna rendere onore all’attività degli ispettori gommati: hanno fatto un gran lavoro di scouting perché di questo ristorante non sembra esserci traccia da nessuna parte, giusto una foto su Tripadvisor accompagnata da zero recensioni. Sarà là difficoltà linguistica, o il recente trasloco in una location più ampia e centrale, ma al momento gli unici riferimenti a questo locale li fornisce proprio Michelin, che ne parla così: “anche dopo il trasloco nel centro cittadino, questo negozio famoso per gli xiaolongbao di granchio attira ancora file di clienti. Ne servono oltre venti varietà, con granchio, uova di pesce, fegato di crostacei o loro combinazioni, con ricchi ripieni avvolti in una pasta traslucida, ognuno con una differente salsa di accompagnamento. Molto popolari anche i panini al vapore con frutti di mare come abalone e cetriolo di mare. Chi viene qui per la prima volta può optare per un assortimento di differenti specialità servite in un’unica vaporiera”.
La curiosità però resta: in che modo un taco in un chiosco o una vaporiera di ravioli sono più meritori di una stella rispetto a un menù degustazione ai Masanielli o da Pepe in Grani? Continueremo a chiedercelo anche quest’anno.