Francesco Lollobrigida non ha alcun dubbio: la cucina italiana diventerà patrimonio dell’Unesco nel 2025. Ma da dove arriva cotanta sicurezza da parte del ministro dell’Agricoltura e tutte cose? Beh, così come spiegato durante un’intervista rilasciata al Secolo XIX, in parte deriva dal fatto di essere orgogliosi di quello che abbiamo e di essere consapevoli delle potenzialità del Made in Italy, in parte dal fatto che, l’Italia, attualmente non rientra fra i Paesi la cui cucina è considerato patrimonio universale dell’Unesco (a differenza di quanto accade con quella del Giappone, della Francia, del Messico o della Corea).
Da qui la decisione di presentare la candidatura, sicurissimi del fatto che nel 2025 la cucina italiana otterrà questo riconoscimento.
Francesco Lollobrigida e la cucina italiana patrimonio dell’Unesco
Mentre mentalmente recitiamo scaramanticamente il proverbio “Non dire gatto se non l’hai nel sacco”, ecco che Francesco Lollobrigida ci spiega anche cosa voglia dire esportare all’estero la cucina Made in Italy: “È un racconto della nostra storia, delle tante contaminazioni che nel tempo hanno messo in condizione l’Italia di avere buon cibo, grandi cuochi, un mondo di produzione e trasformazione che garantisce l’elemento che caratterizza il sistema Italia: la qualità”.
Lollobrigida, che da poco è andato in America a dire agli americani che possiamo insegnargli come mangiare, ha riferito che dobbiamo essere orgogliosi di ciò che è stato costruito grazie al lavoro di tante generazioni e delle potenzialità del Made in Italy.
Per il ministro, quando vai all’estero e dici di essere italiano, c’è già parecchia simpatia per ciò che rappresentiamo: per i militari che lavorano nelle missioni di pace internazionali, per i nostri emigranti che hanno contribuito al benessere degli altri Paesi (un attimo: solo a me si cortocircuita il cervello sentendo Lollobrigida che elogia gli emigranti italiani quando fa parte del governo Meloni, la cui politica nei confronti degli immigrati non è proprio solidale? Cioè, va bene se gli italiani emigrano all’estero, ma non va bene se degli immigrati arrivano da noi?), per ciò che portiamo nel mondo per quanto riguarda la moda, l’arte, lo sporto, la cultura e la cucina.
Il ministro sottolinea, poi, che, effettivamente, siamo una piccola nazione se parliamo in termini geografici, ma, nonostante questo, ospitiamo e rappresentiamo gran parte del patrimonio dell’umanità. Da qui nasce l’esigenza di esportarne il più possibile e la sicurezza che la cucina italiana diventerà patrimonio immateriale dell’Unesco già nel 2025. Staremo a vedere se le sue previsioni si avvereranno.