Alla fine è la realtà a ispirarsi alle storie: qualche mese fa paragonammo la diatriba tra Pepsi e Rise Brewing, prodotto di una piccola azienda statunitense, a un Davide contro Golia dei giorni nostri. E ora, con quanto è stato stabilito da una corte federale di Manhattan, è proprio la piccola Rise a svettare sulla carcassa del colosso delle bevande energetiche.
Il giudice Lorna Schofield non ha avuto dubbi. PepsiCo deve rinunciare alla nominazione “Mtn Dew Rise Energy” per il drink lanciato lo scorso marzo (e, chiaramente, rinunciare a nominare qualsiasi altro prodotto con un nome simile a quelli di altri aziende), perché potrebbe indurre confusione nei clienti al momento dell’acquisto di uno dei due prodotti. Durante le fasi preliminari del processo Pepsi si era difesa affermando che Rise Brewing non aveva fornito prove di aver subito danni a livello di vendite, ma il giudice non ha voluto sentire ragioni.
Nel corso della sentenza Schofield ha dato voce a diverse testimonianze che ribadivano come, nei negozi, la somiglianza dei due prodotti avesse provocato confusione tra i clienti. Infine, il giudice ha accolto le rimostranze di Rise Brewing che denunciava il rischio di perdere la propria identità aziendale sotto le manovre di saturazione del mercato di Pepsi.