I famigliari di Peppe Lucifora chiedono che sia fatta chiarezza sul presunto testamento dello chef ucciso a Modica. Tramite una lettera inviata a Repubblica, i famigliari hanno invitato il parroco amico dello chef, colui che ha parlato del testamento, a spiegare meglio questo aspetto della vicenda che è lungi dall’essere conclusa.
Se ricordate, lo scorso 10 novembre Giuseppe Lucifora era stato ucciso. Le indagini avevano portato prima a due sospettati, poi all’arresto di un carabiniere.
Tuttavia adesso padre Giovanni Stracquadanio, parroco della chiesa di San Giorgio e amico dello chef, è saltato fuori con un testamento. Secondo il sacerdote, Peppe avrebbe redatto questo testamento dopo la morte della madre. Alla domanda se lo avesse a casa, il cuoco aveva risposto che lo aveva redatto dal notaio.
Per questo motivo la famiglia di Peppe ha deciso di rompere il silenzio stampa e, tramite il loro avvocato Ignazio Galfo, hanno inviato una lettera a Repubblica dove si dicono sorpresi di questa informazione. Stando a quello che diceva Peppe, infatti, se il testamento esistesse veramente, dovrebbe essere stato consegnato dallo stesso Peppe proprio a padre Giovanni.
Si tratterebbe, fra l’altro, di un testamento di consistenza incerta: i famigliari, infatti, non hanno accettato l’eredità perché potrebbe contenere più passivo che attivo. Ma il parroco non si è fermato qui. A Video Mediterraneo ha dichiarato di non essere convinto del fatto che Davide Corallo, il carabiniere di Giarratana arrestato per l’assassinio dello chef, abbia avuto un movente passionale. Secondo il prete, per arrivare a uccidere, ci devono essere motivazioni più forti, economiche o legate alla droga. E ha poi aggiunto che non gli risulta che Peppe abbia mai prestato soldi, ma che era possibile.
Ovviamente queste affermazioni non sono state per niente gradite alla famiglia che ha annunciato di volere escludere la malafede in quanto padre Giovanni era un amico di Peppe, ma che tali ipotesi sono superficiali e denotano mancanza di conoscenza dei più basilari principi di criminologia. La famiglia ha poi invitato il parroco a riferire eventuali fatti o ipotesi concrete al PM o ai Carabinieri.
La famiglia di Peppe si aspetta un significativo contributo alle indagini da parte del parroco. O questo o il silenzio, visto che in casi come questo la serietà e la sobrietà possono aiutare molto di più.