Fra le materie prime di cui aumenteranno i prezzi, metteteci pure anche il peperoncino rosso: il costo al consumatore è in progressivo aumento in quanto il principale produttore mondiale ha dovuto sopportare diverse problematiche.
Il produttore in questione è, ovviamente, l’India. Fra attacchi di parassiti invasivi e danni provocati dalle piogge fuori stagioni al sud, ecco che la produzione è destinata a scendere di un quinto rispetto a quella del raccolto precedente.
Questa riduzione della produzione ha avuto come immediata conseguenza quella di far aumentare i prezzi dell’80% in soli quattro mesi: si parla di livelli record. Ed è assai probabile che i prezzi rimarranno così elevati per tutto l’anno, costringendo così gli acquirenti esteri a sborsare di più proprio nel momento in cui anche i prezzi dei carburanti e di altri beni alimentari stanno aumentando a dismisura.
D. Kanungo, un commerciante che vive e lavora ad Andhra Pradesh, una delle zone di maggior produzione, ha spiegato che i parassiti hanno attaccato ovunque: in molte aree gli agricoltori sono stati costretti a sradicare le piante proprio durante la fase di fioritura. Per tale motivo gli agricoltori del settore temono un calo della produzione di almeno il 20%.
I parassiti in questione, i tripidi, si sono diffusi nostante l’uso massiccio di pesticidi. Il problema, però, è che il parassita in questione, il Thrips parvispinus, deve essere affrontato rapidamente quando colpisce. Solo che molti agricoltori, appena si sono resi conto del problema, si sono arresi subito, non hanno usato i pesticidi e hanno letteralmente abbandonato i campi colpiti, permettendo così al parassita di diffondersi liberamente.
Ricordiamo che l’India è il più grande esportatore mondiale di peperoncini rossi: nel 2021 ha spedito in giro per il mondo qualcosa come 578.800 tonnellate (per un totale di 1,3 miliardi di dollari). I paesi maggiormente interessati sono stati il Bangladesh, la Cina, l’Indonesia, la Malesia, il Nepal, lo Sri Lanka, la Thailandia e gli Stati Uniti.
Visto che gli agricoltori indiani sanno benissimo che le forniture sono limitate, stanno centellinando le vendite in quanto si aspettano ulteriori aumenti dei prezzi. A novembre i prezzi all’ingrosso nel mercato indiano di Guntur erano di 10mila rupie per 100 kg, mentre adesso sono saliti a 18mila rupie.
E mentre alcune grosse aziende hanno fatto incetta delle scorte, bisognerà vedere come reagiranno gli altri acquirenti: i peperoncini indiani non possono essere sostituiti con quelli di altra origine e nessuno ha un surplus di scorte tali da poter sostituire le forniture indiane mancanti. Senza contare, poi, che il sapore è diverso.