Un calo della produzione e la ripresa delle esportazioni oltreoceano, specialmente verso gli Stati Uniti: questi gli ingredienti che hanno alimentato l’incredibile crescita dei prezzi del Pecorino Romano Dop, che di fatto registra una soglia di 11 euro al chilogrammo e un aumento del 26% su base annua. E se è pur vero che gli aumenti ai costi di produzione vanno a erodere una buona parte dei guadagni, occorre anche sottolineare che le esportazioni complessive del formaggio in questione hanno messo a segno una notevolissima crescita del 27,2% nel corso del 2021 (dopo una battuta d’arresto dell’1,1% registrata nell’anno della grande pandemia, il 2020).
Esportazioni che, come accennato in apertura, hanno trovato terreno fertile soprattutto tra gli amici a stelle e strisce: gli Stati Uniti d’America sono, di fatto, il principale mercato di sbocco del Pecorino Made in Italy, che l’anno scorso ha raggiunto un aumento del +40,3% (dopo, ancora una volta, un calo dell’8,3% registrato nel 2020). È quanto emerge da un’analisi redatta da BMTI sulla base dei dati della Camere di commercio in occasione del 1 Maggio, data che tradizionalmente viene accompagnata da gite fuori porta (meteo permettendo) e spuntini a base di pecorino e fave.
Fave che, invece, registrano un notevole calo di prezzi (-33,4% su base settimanale) nonostante, per l’intera durata della sua campagna, il prodotto fosse riuscito a mantenere prezzi medio-alti. Va sottolineato, tuttavia, che le temperature non ancora alte stanno permettendo ancora una buona qualità del prodotto a un’ampia disponibilità (maggiore nel centro-nord e quasi in esaurimento al sud).