Una delle notizie più cliccate di ieri è stato l’addio di Briatore a Otranto.
I fatti: il Flavione nazionale aveva dato in concessione il marchio Twiga a un locale pugliese, ma subodorato l’imminente sequestro del cantiere per irregolarità s’è sfilato e ha tuonato uno dei suoi refrain: in questo paese non si può lavorare, siamo strangolati dalla burocrazia.
Ora, io penso che Briatore in generale abbia ragione: fare impresa in Italia è una corsa a ostacoli.
Il fatto è che se lo dice lui per molti è poco credibile: Briatore che parla di regole è come Mario Adinolfi che discute di diete.
Consapevole di questa reputazione, per darsi un tono Flavione ha aggiunto: che amarezza, proprio oggi che con Oscar Farinetti abbiamo presentato un progetto per portare il pecorino sardo in tutti gli Eataly del mondo.
Osti, Flavione, se l’obiettivo era renderti simpatico al grande pubblico mi tocca dirtelo: Farinetti non conta più molti sostenitori.
Non dico che sia giusto, né sbagliato: è un fatto. Farinetti stesso lo sa.
E infatti domani al Salone del libro di Torino presenta il suo nuovo libro “Ricordiamoci il futuro”. Un buon modo per riallacciare i rapporti con la base: tanto che ne discuterà con Vittorio Sgarbi e Paolo Crepet.
Osti, Oscar, se l’obiettivo era renderti simpatico al grande pubblico mi tocca dirtelo: non so quanto Sgarbi e Crepet…
A questo punto sono curiosissimo di sapere con chi presenterà il suo prossimo lavoro Sgarbi.
Kim Jong Un?
[Crediti | Link: Il Giornale, Dissapore]